Un gruppo eterogeneo di 45 organizzazioni, che spazia da colossi dell'industria come Airbus SE e ASML Holding NV fino a campioni emergenti dell'AI come la francese Mistral AI, ha messo nero su bianco le proprie preoccupazioni in una lettera indirizzata direttamente alla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. La richiesta è chiara e diretta: posticipare di almeno due anni l'entrata in vigore dell'AI Act. A questa voce si uniscono anche i gruppi che rappresentano giganti come Google e Meta, condividendo timori simili.
Il cuore del problema, secondo i firmatari, non è l'idea di una regolamentazione in sé, ma la sua applicazione pratica. Attualmente, il percorso per adeguarsi alle nuove regole appare incerto e nebuloso. Le aziende lamentano la mancanza di linee guida chiare da parte dell'Unione Europea, un'assenza che crea un clima di incertezza dannoso per gli investimenti e lo sviluppo.
A complicare il quadro c'è il ritardo nella pubblicazione dell'AI Code of Practice, un insieme di procedure pensate proprio per aiutare le imprese a navigare nel complesso processo di conformità. Previsto per maggio, il suo rilascio potrebbe slittare alla fine dell'anno, lasciando le aziende in un limbo normativo.
Nella lettera si invoca un "approccio normativo più favorevole all'innovazione", suggerendo alla Commissione di "fermare il cronometro" per due anni prima che gli obblighi principali diventino effettivi. Questa pausa, sostengono, unita a un impegno a privilegiare la qualità della regolamentazione rispetto alla fretta, invierebbe un segnale forte e positivo a innovatori e investitori globali, dimostrando che l'Europa prende sul serio la sua agenda per la semplificazione e la competitività.
L'AI Act, infatti, impone requisiti stringenti. Le aziende sono tenute a testare in modo rigoroso i loro modelli di AI per individuare e mitigare pregiudizi, tossicità e per garantirne la robustezza prima del lancio pubblico. Inoltre, gli sviluppatori dovranno fornire alla Commissione Europea una documentazione tecnica dettagliata, rispettare le leggi europee sul copyright ed essere trasparenti riguardo ai contenuti utilizzati per l'addestramento dei loro algoritmi. Ogni azienda dovrà anche rendicontare l'efficienza energetica dei propri sistemi e segnalare eventuali incidenti gravi.
Nonostante l'appello del mondo industriale, un portavoce della Commissione Europea ha ribadito che le regole per i modelli di AI per uso generale (GPAI) entreranno in vigore il 2 agosto prossimo, con l'inizio dell'applicazione delle sanzioni previsto per il 2026, segnalando una volontà di procedere secondo la tabella di marcia stabilita.