Svelata la rete di canyon giganti che modella il clima antartico

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HDblog.it Aug 11, 2025 · 2 mins read
Svelata la rete di canyon giganti che modella il clima antartico
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Sotto i ghiacci dell’Antartide si cela un paesaggio sottomarino sconosciuto: una rete di 332 canyon sottomarini, alcuni dei quali si inabissano per oltre 4.000 metri. Grazie alla più dettagliata mappatura ad alta risoluzione mai realizzata nella regione, pubblicata sulla rivista Marine Geology, i ricercatori dell’Università di Barcellona e della University College Cork hanno rivelato un sistema che, oltre a raccontare la storia geologica del continente, gioca un ruolo importantissimo negli equilibri climatici e oceanografici globali.

I canyon sottomarini, scavati dall’azione dei ghiacci e dai potenti flussi di sedimenti detti correnti di torbidità, funzionano come corridoi naturali che trasportano nutrienti dalle acque costiere alle profondità oceaniche, alimentando ecosistemi ricchi di biodiversità. Collegano inoltre acque basse e profonde, influenzando le correnti marine e contribuendo alla formazione dell’Antarctic Bottom Water, una massa d’acqua fredda e densa che incide sulla circolazione globale.

La nuova mappa, sviluppata a partire dalla International Bathymetric Chart of the Southern Ocean nella sua versione più aggiornata, ha permesso di quintuplicare il numero di canyon identificati rispetto alle indagini precedenti. La risoluzione, pari a 500 metri per pixel, ha consentito di applicare un metodo semi-automatico di riconoscimento e analisi che misura 15 parametri morfometrici, svelando differenze nette tra i sistemi dell’Antartide Orientale e Occidentale.

Nella parte orientale, i canyon tendono a essere più lunghi, profondi e ramificati, con tipiche sezioni a “U” che testimoniano una lunga interazione con i ghiacci e processi sedimentari complessi. Qui, più canali si uniscono in un’unica via principale che scende rapidamente verso l’oceano profondo. In Antartide Occidentale, invece, prevalgono strutture più corte e ripide, con sezioni a “V”, segno di un’evoluzione geologica differente e di una minore durata dei processi glaciali.

Oltre a favorire la circolazione delle acque fredde verso le profondità, questi canyon rappresentano anche percorsi preferenziali per correnti calde come la Circumpolar Deep Water. L’ingresso di tali masse calde sotto le piattaforme galleggianti di ghiaccio ne provoca l’assottigliamento e lo scioglimento alla base, riducendo la loro capacità di frenare il deflusso dei ghiacci continentali verso il mare, con conseguente aumento del livello oceanico.

Gli autori dello studio avvertono che molti modelli climatici, inclusi quelli del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC), non riproducono accuratamente i processi locali di interazione tra masse d’acqua e morfologie complesse come i canyon. L’assenza di questi dettagli limita la precisione delle proiezioni sull’evoluzione del clima e dell’oceano.

Per questo, i ricercatori auspicano una raccolta sistematica di nuovi dati batimetrici ad alta risoluzione, soprattutto nelle aree ancora non mappate, insieme a misurazioni dirette e via satellite. Solo così sarà possibile affinare i modelli climatici e migliorare la capacità di prevedere i futuri impatti del riscaldamento globale su una regione tanto remota quanto determinante per il clima di tutto il pianeta.