Svelato il mistero sull'hardware di OpenAI e Jony Ive: non sarà un indossabile

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HDblog.it Jun 24, 2025 · 2 mins read
Svelato il mistero sull'hardware di OpenAI e Jony Ive: non sarà un indossabile
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Dietro le quinte del progetto AI più atteso, emerge una dichiarazione che spiazza: il primo dispositivo nato dalla collaborazione tra Sam Altman e il leggendario designer Jony Ive non rientrerà nella categoria dei wearable. La rivelazione arriva da documenti legali, che offrono uno sguardo inedito su un'iniziativa tanto ambiziosa quanto travagliata.

Al centro della scena, inaspettatamente, non c'è un annuncio trionfale, ma una battaglia legale per un marchio. OpenAI, infatti, è stata costretta a mettere in pausa l'uso del brand "io" per la sua nuova divisione hardware a seguito di una causa intentata da iyO, una startup supportata da Google che opera nello stesso settore. Proprio da queste carte bollate, però, emergono i dettagli più succosi sul futuro prodotto. Tang Tan, ex dirigente Apple e ora a capo dell'hardware per la nuova società, ha dichiarato in tribunale che il loro primo dispositivo "non è un apparecchio da inserire nell'orecchio, né un dispositivo indossabile".

Questa affermazione smentisce molte delle ipotesi circolate finora, che immaginavano occhiali smart o un erede spirituale degli auricolari intelligenti. L'obiettivo, come dichiarato in passato da Sam Altman, CEO di OpenAI, è creare qualcosa che "stia in tasca o su una scrivania", un prodotto che vada "oltre le interfacce e i prodotti tradizionali". L'idea è quella di forgiare un'interazione con l'AI più naturale e integrata nel quotidiano, un cambio di paradigma rispetto all'attuale dipendenza dagli schermi.

Nonostante le smentite su un dispositivo auricolare, i documenti processuali rivelano un forte interesse da parte del team di OpenAI per le tecnologie legate all'ergonomia dell'orecchio. Incontri tra i rappresentanti delle due aziende hanno avuto luogo, e le email interne mostrano una particolare curiosità per il processo di scansione 3D dell'orecchio sviluppato da iyO per personalizzare i suoi prodotti. Un ingegnere del team di Ive, Marwan Rammah, aveva persino suggerito l'acquisto di un database di scansioni auricolari, definendolo un "utile punto di partenza sull'ergonomia".

Tuttavia, dopo una serie di demo deludenti da parte di iyO, l'interesse di OpenAI è scemato, portando al rifiuto di ogni proposta di investimento, partnership o acquisizione, che secondo i documenti era arrivata a valere fino a 200 milioni di dollari (circa 186 milioni di euro). Per tagliare la testa al toro, Evans Hankey, un'altra figura di spicco proveniente da Apple e ora a capo del design, ha messo nero su bianco che "attualmente non ci sono piani per offrire un prodotto con auricolari modellati su misura".

Il progetto, quindi, procede avvolto da un'aura di segretezza, con un prodotto che si preannuncia lontano almeno un anno dal suo debutto sul mercato. La visione è quella di un oggetto che possa diventare un "terzo dispositivo essenziale" da affiancare a computer e smartphone, un compagno intelligente capace di percepire l'ambiente circostante. L'avventura di OpenAI e Jony Ive nel mondo dell'hardware è appena iniziata, e la prima grande sorpresa è che per interagire con la loro AI non dovremo, almeno per ora, indossare nulla.