Nel nostro cielo notturno, Betelgeuse brilla come la decima stella più luminosa, una supergigante rossa la cui variabilità ha affascinato e interrogato gli astronomi per decenni. Le sue fluttuazioni di luminosità e le variazioni nella velocità misurata suggerivano da tempo un segreto nascosto: la possibile presenza di una compagna orbitante. Per oltre un secolo, questa è rimasta solo un'ipotesi affascinante, un'ombra elusiva nascosta dal bagliore accecante della stella principale.
Oggi, quel velo è stato finalmente sollevato. Un team di astrofisici, guidato da uno scienziato del centro di ricerca Ames della NASA, ha confermato l'esistenza di questa compagna, catturando la prima immagine diretta e ponendo fine a una lunga ricerca.
La svolta non è arrivata dai potenti telescopi spaziali, i cui tentativi iniziali non avevano dato frutti, ma da un approccio ingegnoso basato a terra. Steve Howell, ricercatore senior presso l'Ames, ha intuito che il telescopio Gemini North nelle Hawaii, uno dei più grandi al mondo, abbinato a una speciale fotocamera ad alta risoluzione costruita dalla NASA, avrebbe potuto avere successo. Lo strumento, chiamato ‘Alopeke, utilizza una tecnica nota come "speckle imaging".
Acquisendo migliaia di esposizioni brevissime, il sistema è in grado di misurare le interferenze causate dall'atmosfera terrestre e di rimuoverle digitalmente, restituendo un'immagine di una nitidezza straordinaria. Grazie a questa tecnologia, il team di Howell ha potuto scovare il debole puntino luminoso della stella compagna esattamente dove era stato previsto, ai margini esterni di Betelgeuse.
Due recenti studi di altri team avevano analizzato oltre cento anni di osservazioni di Betelgeuse, fornendo previsioni precise sulla posizione e sulla luminosità della potenziale compagna. Queste previsioni indicavano una finestra temporale di pochi mesi, un'occasione irripetibile per osservare la stella nel punto della sua orbita più lontano da Betelgeuse. Se avessero perso quel momento, avrebbero dovuto attendere altri tre anni.
La scoperta fornisce ora una spiegazione concreta per il comportamento di Betelgeuse e di altre supergiganti rosse, il cui cambiamento di luminosità su scale di molti anni potrebbe essere causato proprio dall'interazione con partner orbitali. Per onorare la tradizione, la nuova stella ha ricevuto un nome: poiché "Betelgeuse" deriva dall'arabo per "la mano di al-Jawza'", una figura femminile leggendaria, la sua compagna è stata battezzata "Siwarha", che significa "il suo braccialetto". Il prossimo appuntamento per osservarla al meglio è fissato per novembre 2027.