AGCOM ha diffuso i primi dati sull’efficacia del nuovo filtro anti-spoofing, in vigore dal 19 agosto, che obbliga gli operatori telefonici a bloccare le chiamate provenienti dall’estero ma camuffate da numeri italiani. Secondo quanto comunicato dall’Autorità, in meno di un mese sono state bloccate circa 43 milioni di telefonate sospette, un dato che equivale a 1,3 milioni di tentativi di spoofing al giorno: tutto ciò testimonia la portata del fenomeno del telemarketing aggressivo, ma che allo stesso tempo mostra come il problema sia tutt’altro che risolto.
Si è registrata una riduzione strutturale dei tentativi di spoofing sin dall’entrata in vigore del blocco. L’analisi dei dati aggregati evidenzia una variabilità settimanale del traffico: nei weekend e nel periodo di Ferragosto il volume delle chiamate, comprese quelle bloccate, cala sensibilmente, in linea con la minore attività commerciale e di telemarketing tipica dei giorni non lavorativi. Il confronto tra operatori mostra differenze nei tassi di blocco, dovute non a variazioni nella misura adottata - identica per tutti - ma alla diversa composizione del traffico in ingresso.
La novità normativa rappresenta il primo intervento strutturale nel nostro Paese contro lo spoofing, ossia la falsificazione del numero chiamante. Si tratta di una tecnica molto diffusa tra call center senza scrupoli e truffatori che, facendo apparire numeri con prefisso italiano, tentano di ingannare gli utenti fingendo di chiamare da banche, enti pubblici o altri soggetti legittimi. Il regolamento AGCOM ha introdotto una barriera tecnica lato rete: le chiamate vengono intercettate e neutralizzate prima ancora di raggiungere i destinatari, con sanzioni fino ad un milione di euro per gli operatori che non applicano correttamente i filtri.
Dal 19 agosto, come anticipato, la misura riguarda le chiamate internazionali che si presentano come numeri fissi italiani senza averne titolo. I risultati pubblicati oggi dimostrano che la stretta funziona: milioni di tentativi di contatto sono stati fermati all’origine. Tuttavia, come sottolinea lo stesso comunicato dell’Autorità, i numeri fissi rappresentano solo una minima parte del problema. AGCOM stima che appena il 5,74% delle telefonate camuffate sia stato effettivamente bloccato. Questo perché la gran parte del traffico commerciale indesiderato viaggia attraverso numeri mobili falsificati, un settore per il quale il blocco scatterà soltanto dal prossimo 19 novembre, quando entrerà in vigore la seconda fase del regolamento.
Insomma, pur trattandosi di un passo avanti significativo, la piaga del telemarketing illegale non è affatto debellata: i call center fuorilegge hanno semplicemente spostato le attività dai fissi ai mobili, continuando a colpire milioni di utenti italiani. In attesa della seconda fase del provvedimento, il bilancio tracciato da AGCOM segna quindi un parziale successo.