Nonostante l’ombra lunga dei tagli previsti al budget della NASA, il Nancy Grace Roman Space Telescope continua a prendere forma con risultati incoraggianti. I tecnici del Goddard Space Flight Center nel Maryland hanno completato con successo una serie di test ambientali su una delle sue due componenti principali, confermandone la resistenza alle condizioni estreme dello spazio. Si tratta di un passo fondamentale verso la futura integrazione dell’osservatorio, prevista entro la fine dell’anno.
Il Roman Space Telescope, il cui lancio è previsto tra la fine del 2026 e l’inizio del 2027, rappresenta uno dei progetti di punta della NASA per il prossimo decennio. Destinato a operare a circa 1,5 milioni di chilometri dalla Terra, non potrà contare su missioni di manutenzione in caso di guasti. Per questo, ogni fase di assemblaggio e test è svolta con la massima precisione. A marzo, i tecnici hanno installato un set di pannelli solari di prova, mentre a gennaio era già stato montato lo scudo termico “a copertura dispiegabile” che proteggerà gli strumenti dall’irraggiamento solare diretto.
Ad aprile, l’intero modulo è stato trasferito all’interno del simulatore ambientale dello spazio di Goddard, una gigantesca camera capace di riprodurre il vuoto e le temperature estreme che l’osservatorio affronterà durante la missione. Secondo Jeremy Perkins, astrofisico del team di test e integrazione, questa fase ha dimostrato che gli strumenti manterranno temperature operative stabili anche con un lato esposto al calore solare e l’altro immerso nel gelo dello spazio.
Parallelamente ai successi ingegneristici, però, crescono le preoccupazioni per il futuro del progetto. Il bilancio federale del 2026, ancora in fase di definizione, prevede una riduzione del 24% al budget della NASA, il più ampio taglio mai ipotizzato per l’agenzia spaziale statunitense. Secondo documenti interni trapelati, i finanziamenti sarebbero garantiti solo per i telescopi già operativi come Hubble e James Webb, lasciando incerti i destini di nuovi strumenti come Roman e altre iniziative come la stazione lunare Gateway o la missione per riportare campioni marziani sulla Terra.
Nel frattempo, i lavori proseguono. A novembre si passerà all’unione delle due metà principali del telescopio — l’assemblaggio del payload scientifico e la sezione del corpo esterno — che trasformerà Roman in un osservatorio spaziale completo. Dopo le ultime verifiche, l’intera struttura sarà spedita al Kennedy Space Center in Florida, dove inizieranno le operazioni pre-lancio.