Telescopio Vera C. Rubin: svelata la prima immagine catturata

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HDblog.it Jun 23, 2025 · 2 mins read
Telescopio Vera C. Rubin: svelata la prima immagine catturata
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Nel cuore delle Ande cilene, su una montagna chiamata Cerro Pachón, sorge una nuova meraviglia della tecnologia astronomica. È un luogo estremamente alto, arido e, soprattutto, buio. L'oscurità qui è considerata sacra, un elemento essenziale protetto con una cura quasi maniacale, al punto che persino i fari dei veicoli che salgono lungo la tortuosa strada devono essere spenti per non inquinare il cielo. In questo santuario per l'osservazione stellare sorge l'Osservatorio Vera C. Rubin. Come prova tangibile delle sue capacità, è stata diffusa un'immagine mozzafiato che ritrae le nebulose Trifida e Laguna, vortici di gas e polvere colorati dove nascono nuove stelle, a circa 9.000 anni luce dalla Terra. La potete vedere in testata.

L'osservatorio non è un telescopio come gli altri; è il protagonista di una missione senza precedenti: una maratona di dieci anni per filmare ininterrottamente l'intero cielo notturno dell'emisfero australe. Per raggiungere questo obiettivo, è stato dotato della fotocamera digitale più potente mai costruita. Con un peso di 2.800 chilogrammi e una risoluzione di 3.200 megapixel, questo strumento è 67 volte più potente della fotocamera di un moderno smartphone. La sua precisione è tale che sarebbe in grado di immortalare una pallina da golf sulla superficie della Luna, e per visualizzare una singola immagine a piena risoluzione sarebbero necessari ben 400 schermi televisivi Ultra HD.

Questa straordinaria capacità di catturare la luce è resa possibile da un design unico a tre specchi. La luce proveniente dal cosmo viene raccolta da uno specchio primario di 8,4 metri di diametro, riflessa su un secondo specchio da 3,4 metri e infine indirizzata a un terzo specchio da 4,8 metri prima di raggiungere la fotocamera. Grazie a questa configurazione e alla velocità con cui il telescopio può riposizionarsi, è in grado di scattare una nuova immagine del cielo ogni 40 secondi per tutta la notte. Ma questo è solo l'inizio.

Gli scienziati affermano che il telescopio Rubin ha il potenziale per decuplicare il numero di oggetti conosciuti nel nostro Sistema Solare. Se il tanto teorizzato Pianeta Nove esiste davvero, questo osservatorio potrebbe individuarlo già nel suo primo anno di attività.

Tra gli obiettivi principali della sua missione decennale, nota come Legacy Survey of Space and Time, vi è la mappatura dettagliata della Via Lattea, lo studio della misteriosa materia oscura e la creazione di un sistema di sorveglianza per individuare asteroidi potenzialmente pericolosi per la Terra.

Grazie alla sua capacità di osservare ripetutamente le stesse aree del cielo, il telescopio noterà ogni minimo cambiamento, inviando fino a 10 milioni di allerte a notte a centinaia di scienziati in tutto il mondo. Questo flusso costante di dati permetterà di ampliare la nostra conoscenza della galassia, estendendo la nostra vista fino a 1,2 milioni di anni luce di distanza, e forse, di svelare finalmente alcuni dei più grandi misteri dell'universo.