Sono passati quattro anni da quando si è iniziato a parlare del supercomputer Dojo di Tesla, ovvero il dispositivo che sarebbe servito a sviluppare più rapidamente l’intelligenza artificiale del sistema Autopilot. L’uso del condizionale è d’obbligo vista la notizia della decisione della casa automobilistica statunitense di chiudere il progetto Dojo.
La decisione, presa direttamente da Elon Musk, comporta lo smantellamento del team dedicato e la partenza del suo responsabile, Peter Bannon. Secondo fonti vicine all’azienda, i dipendenti ancora attivi su Dojo verranno ridistribuiti in altri progetti legati ai data center e all’elaborazione dei dati, mentre gli altri hanno già lasciato l’azienda per unirsi a DensityAI, una startup fondata da ex dirigenti Tesla che punta a sviluppare nuove soluzioni AI per i data center, la robotica e il settore automotive.
Una nuova strategia sull’intelligenza artificiale
La chiusura di Dojo rappresenta una svolta significativa nella strategia AI di Tesla e un altro dei cambiamenti rispetto agli annunci iniziali. Il supercomputer era stato presentato come uno degli asset più promettenti per l’evoluzione del sistema Autopilot, della guida autonoma e del robot umanoide Optimus. Al centro del sistema c’era il chip D1, progettato internamente per l’addestramento dei modelli di machine learning, pensato per competere direttamente con gli acceleratori Nvidia. Gli analisti avevano attribuito a Dojo un potenziale di valore strategico enorme, stimando fino a circa 427 miliardi di euro (500 miliardi di dollari) di incremento nella capitalizzazione di mercato di Tesla.
Con la chiusura del progetto, Tesla rafforza la sua collaborazione con partner tecnologici esterni. In particolare, l’azienda aumenterà l’affidamento a NVIDIA e AMD per la potenza di calcolo, mentre Samsung fornirà il supporto per la produzione dei chip. Proprio con Samsung, Tesla ha firmato un accordo da circa 14 miliardi di euro (16,5 miliardi di dollari) che garantirà la fornitura di semiconduttori fino al 2033, attraverso un impianto in Texas destinato alla produzione del chip AI6 di nuova generazione.