TikTok licenzia centinaia di moderatori a Londra: subentra l’AI

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HDblog.it Aug 23, 2025 · 2 mins read
TikTok licenzia centinaia di moderatori a Londra: subentra l’AI
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La scossa arriva da Londra: TikTok ha avviato una riorganizzazione che potrebbe costare il posto a centinaia di moderatori del dipartimento Trust and Safety. Un’email interna, riportata dal Financial Times, anticipa che il lavoro di moderazione e di controllo qualità svolto finora nella sede britannica non sarà più mantenuto in loco. A essere coinvolti non sono solo gli uffici di Londra, ma anche team presenti in Sud e Sud-Est asiatico, in linea con una strategia di accentramento delle funzioni in pochi hub regionali. Non si tratta di un precedente isolato: a Berlino, una squadra simile è stata già smantellata nei mesi scorsi.

Alla base di questa scelta c’è un mix di fattori. Da un lato, l’entrata in vigore nel Regno Unito dell’Online Safety Act, che impone alle piattaforme social maggiori responsabilità nella rimozione di contenuti nocivi. Dall’altro, la volontà dell’azienda di puntare con decisione sulle nuove tecnologie. TikTok ha dichiarato che l’evoluzione dei grandi modelli linguistici e di altre soluzioni di AI consente di rivedere radicalmente le modalità di moderazione, aumentando velocità ed efficienza. In un comunicato l’azienda ha sottolineato che questa riorganizzazione, iniziata già nel 2024, mira a “massimizzare efficacia e rapidità grazie ai progressi tecnologici”.

Non tutti, però, leggono la vicenda nello stesso modo. Il sindacato Communication Workers Union stima che una parte significativa dei circa 300 dipendenti del reparto londinese possa essere colpita dai tagli. John Chadfield, uno dei coordinatori nazionali, ha accusato la piattaforma di mascherare sotto la bandiera dell’AI un’operazione che in realtà somiglia molto a un’offshoring verso Paesi con costi del lavoro più bassi. Un copione già visto anche in altre multinazionali tecnologiche.

Il caso TikTok non è isolato nel panorama globale. In Giappone, per esempio, il gruppo Recruit Holdings, proprietario di Indeed e Glassdoor, ha recentemente annunciato oltre 1.200 esuberi nei reparti di ricerca e sviluppo e nelle aree tecniche, sempre con l’obiettivo dichiarato di accelerare l’integrazione dell’AI nelle attività quotidiane.

Resta da capire quanto l’affidamento massiccio all’AI nella gestione di temi delicati, come l’individuazione di hate speech, disinformazione o contenuti violenti, possa garantire lo stesso livello di accuratezza e sensibilità di un team umano. Molti osservatori avvertono che gli algoritmi non sempre colgono le sfumature culturali o linguistiche, rischiando di lasciare online contenuti dannosi o, al contrario, di censurare impropriamente.