Tim Cook resta alla guida di Apple e si prepara a un futuro da presidente

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HDblog.it Jul 14, 2025 · 5 mins read
Tim Cook resta alla guida di Apple e si prepara a un futuro da presidente
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Nonostante le recenti difficoltà di Apple sul fronte dell'intelligenza artificiale, Tim Cook non ha alcuna intenzione di lasciare la guida dell'azienda. Anzi, secondo quanto riportato da Mark Gurman su Bloomberg, è verosimile che il CEO, che compirà 65 anni a novembre, resti al timone per almeno altri cinque anni. La sua posizione, del resto, appare salda: il consiglio d'amministrazione – composto da figure storicamente a lui vicine come Arthur Levinson, Susan Wagner e Ronald Sugar – non sembra intenzionato a sollecitare un cambio al vertice, nonostante i segnali di affaticamento dell'attuale strategia aziendale.

L'uscita di scena entro fine anno di Jeff Williams, storico Chief Operating Officer e da tempo considerato il successore naturale di Cook, segna un momento cruciale. La sua partenza lascia l'azienda priva di un delfino designato. Nel frattempo, non si registrano segnali che Cook stia lavorando a un passaggio di consegne o alla formazione di una nuova leadership. La posizione del CEO resta blindata da un dato incontrovertibile: sotto la sua guida, Apple ha visto il valore delle proprie azioni crescere del 1500% dal 2011, nonostante il -16% registrato nel 2025.

Cook ha traghettato Apple oltre la scomparsa di Steve Jobs, preservando i principali collaboratori del fondatore, avviando la transizione verso iPhone di maggiori dimensioni, spingendo sull'espansione in Cina e lanciando nuovi prodotti come Apple Watch e AirPods. Ha inoltre costruito un modello di business fondato sui servizi in abbonamento, garantendo ricavi ricorrenti e stabili.

TRANSIZIONE IN CORSO E RIORGANIZZAZIONE INTERNA

Ma l'uscita di scena di Williams non è isolata. Negli ultimi mesi, Apple ha avviato un profondo ricambio nel proprio gruppo dirigente. Il Chief Financial Officer, Luca Maestri, è stato sostituito da Kevan Parekh lo scorso gennaio, mentre Dan Riccio – storico responsabile dei progetti speciali – ha lasciato l'azienda alla fine del 2024. Gurman riferisce che circa la metà dei venti più stretti collaboratori di Cook ha superato i 60 anni e potrebbe lasciare l'azienda nel giro di pochi anni. Tra questi figurano Greg Joswiak, Lisa Jackson, Johny Srouji e Phil Schiller.

La responsabilità per le recenti difficoltà di Apple – dall'incertezza sull'AI all'assenza di innovazioni hardware rilevanti, passando per la perdita di centralità del design e la crescente tensione con sviluppatori e regolatori – ricade inevitabilmente su Cook. Tuttavia, il board sembra ancora ritenere che nessun altro, almeno per ora, sia in grado di guidare l'azienda fuori da questo momento critico. Secondo Gurman, è plausibile che Cook possa in futuro assumerne anche la presidenza, come già accaduto in altri colossi tech con figure come Bob Iger, Satya Nadella o Chuck Robbins.

Intanto, la pressione interna a cambiare non manca. Eddy Cue, a capo dei servizi e storico consigliere di Cook, ha avvertito che Apple rischia di fare la fine di BlackBerry o Nokia se non saprà adattarsi con prontezza. In questo contesto, l'azienda ha avviato un piano di riorganizzazione profondo, che parte proprio dalla distribuzione delle responsabilità di Jeff Williams.

IL DOPO WILLIAMS E LA RISTRUTTURAZIONE OPERATIVA

Sabih Khan, attuale responsabile delle operations, è stato nominato nuovo COO, ma con un perimetro di competenze più ristretto rispetto al suo predecessore. Alcune delle attività precedentemente sotto la sua supervisione, come il design, la salute e l'Apple Watch, sono già state riassegnate negli ultimi anni. Il team di design riporterà direttamente a Tim Cook, con una possibile riorganizzazione sotto la guida congiunta di Alan Dye, per l'interfaccia utente, e Molly Anderson, per il design industriale.

Per quanto riguarda lo sviluppo dell'Apple Watch e dei dispositivi legati alla salute, le responsabilità sono ormai da tempo passate a John Ternus, capo dell'ingegneria hardware. I team software dedicati a watchOS e alle funzionalità sanitarie passeranno invece sotto l'ombrello della divisione software diretta da Craig Federighi, che accoglierà anche il gruppo guidato dalla dottoressa Sumbul Desai.

Il servizio Fitness+, oggi sotto Jay Blahnik, confluirà nella divisione servizi, insieme a piattaforme come Apple TV+, Apple Music e iCloud. AppleCare, attualmente gestito da Farrel Farhoudi, sarà invece integrato nell'organizzazione operativa di Khan. Quanto al gruppo dedicato alla Grande Cina, guidato da Isabel Ge Mahe, continuerà a rispondere sia a Cook che al nuovo COO, mantenendo la doppia linea gerarchica già esistente.

Nel frattempo, Apple ha già smantellato il team dedicato al Vision Pro, redistribuendo personale e responsabilità tra i gruppi software e hardware, e ha riorganizzato anche le unità dedicate a Siri e alla robotica. La volontà è quella di sfruttare questo momento di debolezza per rivedere la struttura manageriale e la strategia aziendale nel suo complesso.

SUCCESSIONE APERTA, MA TERNUS RESTA IL FAVORITO

Resta però una questione aperta: cosa accadrebbe se, improvvisamente, Cook non fosse più in grado di guidare l'azienda? Attualmente non esiste un successore immediato. In caso di emergenza, è probabile che la gestione venga affidata temporaneamente a un comitato composto da figure come Khan, Parekh e Deirdre O'Brien, manager storica di Apple attiva da 35 anni e figura centrale per Cook.

Nel lungo termine, secondo Gurman, il nome più accreditato resta quello di John Ternus. Vicepresidente senior per l'ingegneria hardware, Ternus ha 15 anni meno di Cook e oltre 20 di esperienza in Apple. Secondo Gurman, la sua figura potrebbe garantire una continuità gradita al consiglio. Nonostante alcuni colleghi mettano in dubbio che sia un vero “product-focused CEO”, Ternus rappresenta il profilo più solido per guidare Apple nella prossima fase. Restano tuttavia carenze sul fronte finanziario e gestionale, che richiederebbero l'affiancamento di un forte CFO e COO.

Più radicale – ma altamente improbabile – sarebbe l'acquisizione di una startup AI di primo piano, con l'obiettivo di far emergere da lì il nuovo CEO. Apple avrebbe già preso in considerazione realtà come Perplexity e Mistral, un segnale di apertura verso un possibile cambio di passo anche nelle operazioni di M&A, sinora sempre molto contenute (mai oltre i 3 miliardi di dollari).