Al momento della registrazione, l’utente californiano viene invitato a registrare un breve video selfie tramite l’app: il sistema analizza alcuni punti di riferimento facciali per assicurarsi che chi crea il profilo sia una persona reale e non un’immagine generata artificialmente. In caso di esito positivo, Tinder rilascia un badge di “profilo verificato” accanto al nome, segnale che dovrebbe aumentare la fiducia tra i single in cerca di incontri.
Face Check si affianca all’ID Check, l’ulteriore livello di sicurezza che prevede l’invio di un documento di identità rilasciato da un’amministrazione pubblica per validare età e dati anagrafici. A differenza di quest’ultimo, però, il controllo facciale richiede soltanto il video selfie, senza che l’utente debba caricare carta d’identità o passaporto.
Secondo Tinder, il video selfie viene cancellato non appena il controllo è completato con successo. Rimane invece memorizzata una “mappa facciale non reversibile e criptata”, finalizzata a intercettare eventuali duplicazioni di account nei mesi successivi. In questo modo si previene non solo la creazione di bot, ma anche la diffusione di cosiddetti profili “catfish”, ovvero basati sull’uso illecito dell’immagine di terzi.
La funzionalità è già stata testata in Colombia e Canada, con esiti giudicati promettenti sulla percezione di autenticità e sulla riduzione delle segnalazioni di utenti malintenzionati. A tal proposito Yoel Roth, responsabile Trust & Safety di Match Group, ha dichiarato quanto segue:
Consideriamo questo un aspetto di una serie di opzioni di garanzia dell'identità a disposizione degli utenti. Il Face Check ha lo scopo di confermare che la persona in questione sia una persona reale, in carne e ossa, e non un bot o un account falsificato.