Vi è mai capitato di ricevere, negli scorsi mesi o anche più di recente, un messaggio WhatsApp del tipo "ciao, posso parlarti un attimo?". Probabilmente l'avrete ignorato, vista la provenienza da un numero "strano" o comunque sconosciuto. Ebbene, attenzione, perché ora i truffatori potrebbero riprovarci su Telegram, dove il numero non compare nemmeno.
Al di là del primo approccio amichevole e che potrebbe spingervi a rispondere, l'intento è sempre quello: spillare soldi dal vostro conto bancario. Ovviamente questo avviene solo in un secondo momento, dopo che la "banda di WhatsApp" (e ora anche di Telegram) ha carpito la vostra fiducia. Anzitutto vi verrà proposto un lavoretto, dei piccoli task che consistono nel mettere "mi piace" ad alcuni video su YouTube. I mittenti, infatti lavorerebbero con "operatori di marketing di Youtube disposti a pagare per aumentare gli abbonamenti e la visibilità dei blogger".
Il compenso che spetta a chiunque accetti – in teoria – è di 5 euro. I primi pagamenti potrebbero arrivare davvero (si tratta sempre di un modo per rendersi affidabili ai vostri occhi), ma state tranquilli che a un certo punto i "responsabili" spariranno, dopo essere entrati in possesso di informazioni sensibili come i dati personali e del conto bancario. Senza contare che quel denaro proviene da altri utenti precedentemente truffati, convinti a effettuare investimenti di qualche centinaio di euro che poi – puntualmente – non hanno più visto.
È questa, infatti, la seconda, ultima e "decisiva" fase della truffa: convincervi a versare una certa somma in modo che questa venga in qualche modo moltiplicata. A titolo di investimento, appunto. Ma state tranquilli che se lo farete non rivedrete più quel denaro. Non è un caso che i metodi di pagamento suggeriti dai malintenzionati siano sempre le semplici carte. Mai soluzioni sicure come PayPal, ad esempio, che anzi viene sconsigliata a causa di presunti "problemi tecnici".