A poche ore dal precedente annuncio, Donald Trump ha dato forma concreta alla minaccia di imporre nuovi dazi sui semiconduttori, svelando di aver intenzione di tassare quelli prodotti all'estero del 100%, ma con una clausola cruciale che potrebbe rappresentare l'unica via di fuga per molte aziende tecnologiche. La tariffa, che potrebbe essere svelata con più precisione la prossima settimana, non verrebbe applicata alle aziende che si impegnano a investire e a costruire impianti di produzione negli Stati Uniti.
"Se costruite [negli USA], non ci sarà alcuna tassa", ha dichiarato Trump durante un'intervista alla CNBC. Ha citato come esempio Apple, che proprio mercoledì ha annunciato un investimento da 100 miliardi di dollari in produttori statunitensi e che, secondo il Presidente, sarebbe quindi esentata dai dazi. Trump ha aggiunto che le aziende che non manterranno le promesse di investimento saranno sanzionate. "Penso che le aziende di chip stiano tornando tutte a casa", ha concluso.
Questa impostazione condizionale trasforma quella che sembrava una minaccia per l'industria in un potente incentivo al ritorno della produzione in patria. Aziende come Nvidia, TSMC e Micron, che negli ultimi mesi hanno già annunciato importanti investimenti per la costruzione di fabbriche negli Stati Uniti, potrebbero beneficiare di questa esenzione, evitando costi enormi. Di conseguenza, anche i consumatori e le aziende sarebbero meno esposti al rischio di un drastico aumento dei prezzi per l'elettronica.
L'annuncio formale dei dazi, che scaturisce da un'indagine avviata quest'anno ai sensi della legge sulla sicurezza nazionale (Sezione 232), è atteso entro la fine del mese.