I cambiamenti climatici non rappresentano un tema prioritario per Donald Trump, no di certo. Si potrebbe anzi dire che sia una priorità cancellarne il più rapidamente possibile le tracce, mettendo in atto una revisione storico-scientifica senza precedenti. Dal 20 gennaio in poi la Casa Bianca ha fatto piazza pulita sui siti istituzionali, facendo scomparire report ambientali, riorganizzando il portale dell'EPA - Environmental Protection Agency - e sostituendo gli studi scientifici che confermano lo stretto legame tra climate change e salute umana con altri decisamente più morbidi.
L'amministrazione Trump è persino arrivata a revocare l'Endangerment Finding, documento ufficiale in cui nel 2009 l'EPA ha riconosciuto i gas serra come minaccia alla salute pubblica e al benessere della popolazione. Mai nessun Presidente degli Stati Uniti aveva messo in dubbio la veridicità di tale studio scientifico, così come mai nessun Presidente degli Stati Uniti si era dedicato in pochi mesi a cancellare le prove della pericolosità dell'inquinamento e delle sue ricadute sull'uomo e la natura.
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LA GUERRA ALLA SCIENZA CLIMATICA CONSOLIDATABloomberg ricorda come in questi mesi siano state organizzate diverse manifestazioni e iniziative contro l'operato del tycoon, tutte rimaste inascoltate da parte del governo USA. Anzi, Trump è andato avanti per la sua strada accelerando ulteriormente il repulisti: ha chiuso gli osservatori atmosferici come il Mauna Loa delle Hawaii, ha sostituito i report sulla climatologia con studi contenenti nuovi dati (infondati) che negano la crisi climatica e ha dato ordine di distruggere i satelliti della missione OCO (Orbiting Carbon Observatory) che misurano l'anidride carbonica in atmosfera.
Con la guerra dichiarata alla scienza climatica consolidata (come la definisce Bloomberg) da parte di Trump sono state eliminate le prove in modo definitivo: licenziamenti (NOAA, Federal emergency Management Agency, EPA, National Weather Service, Centers for Disease Control and Prevention), tagli ai finanziamenti, cancellazione dei dati su cui pubblico e privato si basavano per prendere decisioni e pubblicazione di informazioni pseudo-scientifiche hanno rivoluzionato l'intero apparato con danni irreparabili.
"Si tratta del più aggressivo attacco alla scienza climatica da parte di qualsiasi amministrazione statunitense", riporta Bloomberg:
Stanno eliminando la scienza. Questo, per me, è estremamente preoccupante - Christine Todd Whitman, amministratrice dell'EPA sotto la presidenza di George W. Bush
C'è dell'altro: l'amministrazione Trump non solo si sta dimostrando negazionista verso i cambiamenti climatici cancellando tutto ciò che sino ad oggi è stato fatto in ambito scientifico e politico, ma sta avviando anche una maxi-operazione di "riabilitazione sociale" dei combustibili fossili a scapito delle fonti rinnovabili. La Casa Bianca ribatte affermando di essere contraria all'attivismo ideologico, volendo piuttosto eliminare qualsiasi pregiudizio producendo (nuove) ricerche scientifiche di eccellenza basate su dati verificabili.
La verità sarebbe però diversa: stando ai dati forniti dalla no profit Union of Concerned Scientists, da gennaio ad oggi si contano 400 azioni anti-scientifiche portate avanti dal governo USA. Come spiegano alcuni scienziati interpellati sul tema, senza dati "saremo molto, molto impreparati quando i nodi verranno al pettine".
TUTTO CANCELLATOLa scarsità di risorse attualmente dedicate al tema del climate change fa sì che negli Stati Uniti sia difficile anche fornire previsioni meteo accurate: manca il personale, e di conseguenza non c'è più la copertura 24 ore su 24 che si aveva prima dell'insediamento di Trump. Sono stati licenziati pure centinaia di scienziati che si erano offerti per redigere la sesta edizione del National Climate Assessment richiesto dal Congresso. Per di più il sito ufficiale in cui erano raccolti tutti i report precedenti è stato chiuso. La documentazione sul clima ora presente sui siti istituzionali è del tutto inedita e può essere riassunta così: le proiezioni sul riscaldamento globale sono esagerate.
Il nuovo rapporto sul clima pubblicato dal Dipartimento dell'Energia non vuole negare il cambiamento climatico, quanto piuttosto dare una visione più realistica di questo fenomeno, spiega il Segretario all'Energia Chris Wright. Ma ciò significa smantellare tutte le normative sulle emissioni dei veicoli e sulla transizione verso un'economia meno impattante sull'ambiente. Tutto questo "è semplicemente vantaggioso per l'industria dei combustibili fossili", spiega Gina McCarthy, numero uno dell'EPA sotto l'amministrazione Obama.
NO ALL'EOLICOLe priorità sembrano altre: fuori l'allarmismo sull'ambiente, dentro gli aiuti alle centrali a carbone per aumentare la produzione, con corrispondente stop ai finanziamenti all'energia da fonti rinnovabili. É stato cancellato un progetto per trasportare energia eolica attraverso il Midwest, così come è stato eliminato il programma Solar for All da 7 miliardi di dollari per sostenere le famiglie meno abbienti ad utilizzare l'energia solare. Per non parlare dello stop all'eolico, interrotto su tutto il territorio nazionale (acque incluse). Con conseguenze sulla domanda di energia che potrebbe non essere del tutto soddisfatta, soprattutto ora che gli energivori data center per l'intelligenza artificiale si stanno moltiplicando.
Senza i dati americani la climatologia sarà più povera, e non solo dal punto di vista economico. Come spiega Bloomberg, "il risultato sarà una minore comprensione dello stato attuale del clima e del meteo, così come di ciò che ci aspetta dietro l'angolo".