Sembra che a Bruxelles stia cambiando il vento sulle strategie per rimpinguare le casse dell'Unione. Mentre si avvicina la presentazione del prossimo bilancio pluriennale, prevista per questo mercoledì 16 luglio, la Commissione europea sta valutando nuove vie per aumentare le proprie entrate a partire dal 2028. L'obiettivo è generare tra i 25 e i 30 miliardi di euro all'anno, fondi necessari anche per ripagare il debito contratto in comune durante la pandemia.
Le proposte sul tavolo, emerse da una bozza di documento circolata nei giorni scorsi, suggeriscono una nuova direzione. Si parla, ad esempio, di un prelievo a livello europeo sui prodotti del tabacco, che attualmente sono tassati solo su base nazionale. Un'altra idea riguarda l'introduzione di una tassa sui rifiuti elettronici, una questione sempre più centrale nelle politiche ambientali. Infine, si profila un'imposta sulle società che generano un fatturato superiore ai 50 milioni di euro all'interno dell'Unione.
Tuttavia, queste nuove ipotesi non sono esenti da critiche e stanno già creando qualche frizione tra gli stati membri. Paesi come Italia, Grecia e Romania hanno già sollevato perplessità riguardo a possibili nuove tasse sulle sigarette elettroniche. Dal nord Europa, la Svezia ha definito "completamente inaccettabile" l'idea di condividere con l'UE le entrate fiscali nazionali. In questo quadro di trattative e potenziali veti, spicca una grande assente: la tanto discussa "digital tax". Il piano, che sembrava ormai certo, prevedeva un'imposta specifica mirata a colpire i giganti della tecnologia come Apple e Meta.
L'accantonamento della tassa sul digitale arriva proprio mentre i negoziatori europei e statunitensi sono nelle fasi finali di un più ampio accordo commerciale. La mossa può essere letta come un gesto distensivo nei confronti di Washington e, di conseguenza, rappresenta una vittoria per le grandi aziende tecnologiche americane.
Questo non significa che saranno completamente esentate. Se la proposta di tassare le aziende con un fatturato superiore ai 50 milioni di euro dovesse passare, anche i colossi del tech vi rientrerebbero, ma non sarebbero più l'obiettivo singolo e specifico di un prelievo pensato appositamente per loro. Bisogna comunque ricordare che il documento da cui emergono queste informazioni è una bozza e la versione finale, che sarà presentata dalla Commissione, potrebbe ancora subire delle modifiche.