Un angolo di Luna in Colorado: ecco il simulatore per futuri astronauti

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HDblog.it Aug 16, 2025 · 2 mins read
Un angolo di Luna in Colorado: ecco il simulatore per futuri astronauti
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E' noto che la superficie lunare, con le sue polveri sottili e insidiose, i crateri irregolari e la scarsità di riferimenti, è un ambiente estremamente complesso da replicare sulla Terra. Eppure, in Colorado, gli ingegneri della Colorado School of Mines ci sono riusciti. A Golden è stato realizzato un grande simulatore di terreno lunare, il Mines Lunar Surface Simulator, uno spazio che accoglie più di 100 tonnellate di materiale artificiale progettato per imitare il regolite, la sabbia vulcanica che ricopre la Luna. L’obiettivo è testare rover, sistemi di scavo, piattaforme di atterraggio e tecnologie di supporto in condizioni molto vicine a quelle che gli astronauti e i robot incontreranno durante le prossime missioni lunari.

Ian Jehn, professore associato e ingegnere strutturale dell’ateneo, ha raccontato che la struttura è già usata quasi quotidianamente per progetti di ricerca e prototipazione. Tra questi c’è il programma ASPECT (Autonomous Site Preparation: Excavation, Compaction, and Testing), parte dell’iniziativa NASA LuSTR (Lunar Surface Technology Research), che mira a dimostrare come un rover possa preparare in autonomia aree per l’atterraggio e il decollo, scavare il terreno, spostare massi e compattare la superficie.

La costruzione del simulatore non è stata semplice. Chris Dreyer, direttore del Center for Space Resources della Colorado School of Mines, ha spiegato che uno degli ostacoli maggiori è stato produrre grandi quantità di regolite simulata a un costo sostenibile. Oltre al materiale, è stato necessario progettare una struttura ermetica, a prova di polvere e di infiltrazioni d’acqua, con un sistema a portale per seguire i movimenti dei rover e raccogliere dati di precisione.

A supporto c’è anche un sistema di motion capture ideato da Frankie Zhu, docente di ingegneria meccanica, che permette di analizzare la mobilità dei veicoli testati.

Non sorprende, quindi, che siano pochissime al mondo le strutture paragonabili a quella del Colorado. La sua unicità sta attirando già l’interesse di aziende e startup che guardano alla Luna non solo come traguardo esplorativo, ma come nuova frontiera economica. È il caso di Interlune, una giovane impresa di Seattle che punta a sfruttare le risorse lunari, a partire dall’elio-3, potenziale carburante per la fusione nucleare. Altre realtà, come Outward Technologies, lavorano a meccanismi per l’estrazione di risorse in ambienti extraterrestri.

Il simulatore è stato anche il banco di prova per la tedesca Neurospace GmbH, che ha testato HiveR, un rover modulare, economico e riparabile in autonomia, pensato non solo per missioni spaziali ma anche per applicazioni terrestri. La loro CEO, Irene Selvanathan, ha sottolineato l’importanza di individuare la tecnologia minima necessaria per garantire un veicolo scalabile e accessibile.

Secondo Dreyer, le prospettive di utilizzo del testbed sono vastissime: dall’escavazione e costruzione alla mobilità, dalla mitigazione della polvere alla sensoristica.