Si può migliorare, e anche in modo significativo, la previsione nella produzione di energia solare usando un mix fra tradizione e innovazione. In un nuovo studio, la Charles Darwin University ha infatti integrato il sapere degli indigeni australiani (i cosiddetti popoli First Nations) con l'intelligenza artificiale, dimostrando che il "vecchio" e il "nuovo" possono non solo coesistere, ma cooperare migliorando le previsioni sulla potenza che può essere prodotta tramite il solare.
I ricercatori dell'Università australiana hanno combinato diversi calendari stagionali tradizionali (delle comunità Tiwi, Gulumoerrgin, Kunwinjku e Ngurrungurrudjba) e uno moderno (Red Centre) con un modello di intelligenza artificiale. Il risultato è stato confrontato con le previsioni dell'energia prodotta tramite sistemi fotovoltaici elaborate dai modelli largamente usati attualmente, ottenendo con il primo sistema una previsione a margine d'errore più che dimezzato rispetto ai modelli moderni convenzionali.
Il mix tra AI e conoscenze locali, basate su osservazioni millenarie dei comportamenti di piante e animali che sono strettamente legati alle variazioni di luce solare e alle condizioni climatiche, si è dimostrato più preciso e localizzato, maggiormente capace di adattarsi alle variazioni ambientali locali. Così si potrebbe migliorare l'affidabilità dell'energia solare soprattutto nelle aree rurali. Entusiasti gli autori dello studio, secondo i quali l’unione tra tecnologia avanzata e conoscenze indigene ha il potenziale per rivoluzionare il settore delle previsioni energetiche.