Nel profondo cosmo, a circa 855 anni luce da noi, orbita un mondo che sfida la nostra immaginazione, un gigante gassoso noto come WASP-121b. Recentemente, grazie alla straordinaria capacità del James Webb Space Telescope (JWST), un team di scienziati guidato dagli astronomi Thomas Evans-Soma e Cyril Gapp ha potuto scrutare nella sua atmosfera, svelando indizi cruciali non solo sulla sua composizione, ma anche sulla sua tumultuosa storia. Una delle scoperte più inaspettate riguarda la presenza di metano sul lato perennemente oscuro del pianeta. Questo dato mette in discussione i modelli attuali, poiché si presumeva che i venti roventi provenienti dal lato diurno, dove le temperature superano i 3000 °C, dovessero distruggere rapidamente questa molecola. L'ipotesi più accreditata, ora, è che potenti venti verticali stiano trascinando il metano dagli strati più profondi e freddi dell'atmosfera, rivelando una dinamica interna molto più complessa di quanto si pensasse.
WASP-121b è un pianeta di estremi. La sua vicinanza alla stella madre è tale che completa un'orbita in appena 30,5 ore, una danza cosmica frenetica che lo ha portato a essere "bloccato" marealmente. Questo significa che mostra sempre la stessa faccia alla sua stella, condannando un emisfero a un giorno eterno e rovente e l'altro a una notte perpetua, sebbene ancora caldissima con circa 1500 °C.
È in questo ambiente infernale che il telescopio Webb, utilizzando il suo spettrografo nel vicino infrarosso (NIRSpec), ha individuato una firma chimica complessa. Oltre al metano, sono state rilevate tracce significative di vapore acqueo (H₂O), monossido di carbonio (CO) e persino monossido di silicio (SiO).
Quest'ultima scoperta è particolarmente interessante. Il silicio è un elemento "refrattario", ovvero una sostanza che solitamente rimane solida anche a temperature elevate. Il fatto che esista in forma gassosa nell'atmosfera di WASP-121b testimonia le condizioni estreme del pianeta.
La presenza simultanea di elementi refrattari come il silicio e di sostanze volatili come l'acqua e il metano ha permesso agli scienziati di ricostruire la nascita di questo mondo lontano. Confrontando l'abbondanza di questi elementi con quella della sua stella, il team ha scoperto che il pianeta è sorprendentemente ricco di carbonio, ossigeno e silicio. Questa "abbondanza super-stellare" suggerisce che WASP-121b non si sia formato semplicemente accumulando gas, ma anche inglobando una grande quantità di "ciottoli" ricchi di gas e planetesimi rocciosi, ovvero piccoli corpi celesti solidi.
Probabilmente, il pianeta ha avuto origine in una regione molto più fredda e distante del suo sistema stellare, simile alla zona tra Giove e Urano nel nostro, per poi migrare progressivamente verso la sua posizione attuale, così vicina alla sua stella.