Le opere realizzate durante l’epoca dell’Impero romano testimoniano l’efficacia straordinaria di un composto cementizio in grado di rigenerarsi autonomamente, mantenendo la propria integrità anche dopo secoli. Ma ad applicare questa capacità ai sistemi infrastrutturali moderni ci ha pensato un team dell’Università di Cordoba, che ha sviluppato una speciale malta autorigenerante, particolarmente adatta per l’impiego nella fase di post-tensione di strutture complesse come ponti, dighe e grattacieli.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Materials and Structures ed è intitolata: “Systematic study on mix design optimization and on fresh properties of grouts containing crystalline admixtures”.
Il vero ostacolo nello sviluppo di questo materiale non è stato solo trovare la giusta combinazione chimica, ma garantire che le sue proprietà restassero stabili durante tutte le fasi di utilizzo: dalla miscelazione alla posa, fino al comportamento a lungo termine. Numerose sperimentazioni hanno portato a una formula che conserva la lavorabilità del cemento e, allo stesso tempo, ne migliora la resistenza.
Secondo i ricercatori coinvolti, tra cui Suelen da Rocha dell’Università di Cordoba, questa malta speciale sarebbe adatta anche a condizioni ambientali estreme, come ambienti marini o grandi opere soggette a stress continui. Il prossimo passo sarà valutarne la capacità di resistere alla corrosione. Oltre a ridurre i costi di manutenzione e a prolungare la vita utile delle strutture, questo approccio rappresenta un significativo vantaggio ambientale: limita l’uso di nuove risorse e riduce gli interventi invasivi su edifici e infrastrutture esistenti.
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