Universo al tramonto? Nuova ricerca fissa la data dell’estinzione cosmica

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HDblog.it Jun 13, 2025 · 2 mins read
Universo al tramonto? Nuova ricerca fissa la data dell’estinzione cosmica
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La comunità scientifica è tornata a interrogarsi sul destino finale dell’universo grazie a una nuova ricerca condotta da un team studiosi olandesi, che mostra che il cosmo potrebbe svanire molto prima di quanto ipotizzato. Niente paura, si parla comunque di un’“attesa” di circa 10⁷⁸ anni (un 1 seguito da 78 zeri) fino alla sua scomparsa definitiva.

La svolta nasce da un’approfondita rivalutazione del fenomeno noto come radiazione di Hawking, ripensata dagli astronomi Heino Falcke, Michael Wondrak e Walter van Suijlekom della Radboud University. In un articolo pubblicato il 12 maggio 2025 sul Journal of Cosmology and Astroparticle Physics, la squadra dimostra che non solo i buchi neri, bensì anche oggetti densi come i neutron star e le nane bianche possono “evaporare” attraverso uno stesso meccanismo quantistico.

Il meccanismo descritto amplia la teoria originaria di Hawking: in prossimità di un oggetto gravemente massiccio, la curvatura dello spazio-tempo genera coppie di particelle virtuali; una viene catturata, l’altra sfugge come radiazione. Nel nuovo modello, tale processo si estende anche a oggetti privi di orizzonte degli eventi, come le dense stelle di neutroni.

Tempi di scomparsa previsti nello studio (in anni)

  • Nane bianche: circa 10⁷⁸, la data cosmica ultima più duratura
  • Neutron star e buchi neri stellari: entrambi circa 10⁶⁷, un risultato sorprendente dovuto al fatto che i buchi neri, privi di superficie, riassorbono parte della loro stessa radiazione .
  • Luna e corpo umano: circa 10⁹⁰, tempi assolutamente inimmaginabili ma inclusi nello stesso calcolo .

Rispetto alla stima precedente, che vedeva la scomparsa delle nane bianche dopo 10¹¹⁰⁰ anni, la scoperta taglia di molti ordini di grandezza l’orizzonte temporale ultimo dell’universo.

Falcke e colleghi precisano che, benché l’intervallo sia comunque incalcolabilmente lungo, risulta sorprendentemente ridotto rispetto all’idea tradizionale. Il risultato evidenzia come la sopravvivenza cosmica possa dipendere più dalla densità media del corpo celeste che dalla sua massa nominale.

Secondo Wondrak, la convergenza tra neutron star e buchi neri nello stesso tempo di “evaporazione” è dovuta alla ricattura della radiazione da parte dei buchi neri stessi: «Non hanno superficie, perciò risucchiano parte di quanto emesso» . Van Suijlekom aggiunge che tale ricerca nasce da un dialogo fertile tra fisica quantistica, astrofisica e matematica, e rappresenta un passo avanti nella comprensione della teoria quantistica della gravità.