Viaggi, festival, benessere: i (e le) Millennials spendono soprattutto in esperienze e tempo di qualità, altro che oggetti

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(La redazione di fem) Oct 06, 2025 · 3 mins read
Viaggi, festival, benessere: i (e le) Millennials spendono soprattutto in esperienze e tempo di qualità, altro che oggetti
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C’è un equivoco che vogliamo dissipare immediatamente: chi fa parte della generazione dei e delle Millennials (nati tra la metà degli anni Ottanta e la metà dei Novanta) non spreca, sceglie con cura le esperienze in cui investire. Nel 2024 hanno speso in media 750 euro a testa in moda, secondo il ‘Fashion Consumer Panel’ di Sita Ricerca, società del Gruppo Pambianco. Ma quella cifra è solo una parte del quadro: e si guarda più da vicino, il vero investimento dei Millennials non è nel guardaroba: è nella vita stessa.

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Dai dati McKinsey emerge che sono consumatori e consumatrici di esperienze, non di oggetti. Viaggiano, mangiano fuori, frequentano eventi e concerti, popolano i festival organizzati in giro per il mondo, dal Coachella, al Primavera Sound allo Sziget. E lo fanno con una sensibilità nuova: sostenibile e rispettosa del posto in cui vanno. 

Prenotano voli low cost per città europee ma scelgono hotel eco-friendly; si concedono un weekend enogastronomico in Toscana più volentieri che una borsa griffata. Il lusso, per loro, è il tempo libero e non l’ostentazione dell'ultimo must have.

musica, mercatini, viaggi e benessere: non "possesso" ma "esperienza"

Secondo i dati della banca Alpian, la salute e il benessere sono diventati una priorità (sarà la "vecchiaia"). I Millennials e le Millennials spendono volentieri per palestre, yoga, alimentazione naturale e integratori e lo fanno con un’attenzione quasi scientifica al proprio equilibrio psicofisico. Il wellness, oggi spesso confuso per capriccio estetico, viene preso molto sul serio dall'ultima generazione che ha vissuto senza le manipolazioni psicologiche dei social. E anche a tavola le scelte parlano chiaro: sempre più vegetale, organico e consapevole secondo un’etica alimentare reale.

Questo non significa che le persone Millennials abbiano smesso di acquistare beni. Tutt’altro: sono consumatori e consumatrici digitali per eccellenza. Abituati all’e-commerce e ai pagamenti digitali, comprano spesso ma pare che lo facciano seguendo più che altro le offerte. Sono i figli e le figlie dell’algoritmo (oltre che dei colossi dell'ecommerce), ma conservano un gusto per la scoperta che li rende cacciatori di tesori di nicchia: edizioni limitate, marchi indipendenti, prodotti artigianali con una storia da raccontare. Infatti spendono in antiquariato e nei mercatini vintage (di vestiti ma anche di oggetti) molto più di qualsiasi altra generazione.

Quando si parla di lusso si parla di un interesse complesso perché sanno che cosa significa. E no, non significa l'ultima borsa da 3mila euro al braccio di una Kardashian. Meno status symbol, più espressione personale: i Millennials preferiscono un capo di qualità o un accessorio tech a lunga durata piuttosto che la risposta impulsiva a un oggetto che "va di moda".

investimenti sì, ma sostenibili

E se investono in elettronica, non lo fanno solo per il piacere della novità ma per la sua funzionalità. In generale è questo l'approccio adottato dalla maggioranza della generazione e che si riflette sul loro comportamento finanziario: una parte crescente del loro reddito viene destinata a investimenti sostenibili. Le parole chiave sono ESG: Environmental, Social, Governance. Preferiscono azioni, fondi comuni ed ETF, strumenti che offrono trasparenza e controllo, due concetti che questa generazione considera quasi morali. E quando non investono in borsa, investono nel tempo libero digitale: le piattaforme (Spotify, Netflix, YouTube e l’intero ecosistema dello streaming) sono spese che si concedono perché l'intrattenimento per loro è un settore importante e sanno ascoltare un album intero, sanno guardare un film intero, senza perdere neuroni dentro ai feed dei social.