Viaggi su Marte in 420 giorni? La NASA studia i razzi nucleari CNTR

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HDblog.it Sep 26, 2025 · 2 mins read
Viaggi su Marte in 420 giorni? La NASA studia i razzi nucleari CNTR
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Gli scienziati dell’Ohio State University, in collaborazione con la NASA, stanno sviluppando un nuovo concetto di razzo nucleare che potrebbe accorciare drasticamente i tempi dei viaggi spaziali. La tecnologia, chiamata Centrifugal Nuclear Thermal Rocket (CNTR), utilizza uranio liquido in rotazione per massimizzare la reazione di fissione e riscaldare il propellente. In questo modo si otterrebbe una spinta molto più efficiente rispetto ai razzi chimici e persino rispetto ai precedenti motori nucleari studiati a partire dagli anni Cinquanta.

Oggi nessun razzo nucleare ha mai volato nello spazio, ma l’interesse delle agenzie è in crescita. L’obiettivo è ridurre il tempo che gli astronauti trascorrono in viaggio, esposti a radiazioni e microgravità. Con i razzi chimici una missione con equipaggio verso Marte richiederebbe fino a tre anni, mentre con CNTR il tempo scenderebbe a circa 420 giorni. Anche le missioni verso gli asteroidi o i pianeti esterni potrebbero diventare più rapide ed efficienti.

La differenza principale con i motori nucleari tradizionali è l’uso dell’uranio in forma liquida anziché solida. Questa scelta, unita alla rotazione della camera di reazione, permette di ottenere una spinta doppia rispetto ai precedenti progetti e fino a quattro volte superiore a quella dei razzi chimici. Inoltre, il sistema non sarebbe limitato all’idrogeno come propellente: si potrebbero utilizzare altri materiali, magari reperibili lungo il viaggio su asteroidi o corpi ghiacciati della fascia di Kuiper.

Il progetto non è del tutto fantascientifico e diversi studi finanziati dalla NASA mirano a portare la tecnologia a uno stadio di maturità entro i prossimi cinque anni, con l’obiettivo di renderla operativa attorno alla metà del secolo. Sarebbe un passo concreto verso un’era in cui l’esplorazione del Sistema solare non dipenderà più soltanto dalla chimica dei carburanti.

Il ricorso all’energia nucleare nello spazio ha una lunga storia. Sono noti i generatori a radioisotopi (RTG) che alimentano sonde come Voyager o i rover marziani. In passato non sono mancati progetti molto ambiziosi, come il celebre Project Orion degli anni Cinquanta, che prevedeva di spingere un’astronave grazie a una serie di esplosioni nucleari controllate, o lo Project Daedalus degli anni Settanta, incentrato sulla fusione nucleare per raggiungere le stelle. Nessuno di questi concetti si è mai tradotto in missioni reali, troppo rischiose o costose per l’epoca.

Il CNTR appare invece più realistico: non promette velocità relativistiche, ma potrebbe davvero trasformare le missioni spaziali di lunga durata. Restano da affrontare sfide enormi, dalla sicurezza dei lanci all’affidabilità del sistema, ma se il progetto dovesse concretizzarsi, i primi astronauti su Marte potrebbero viaggiare grazie a un razzo nucleare.