Vita aliena: non serve il Sole, bastano i raggi cosmici

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HDblog.it Aug 07, 2025 · 2 mins read
Vita aliena: non serve il Sole, bastano i raggi cosmici
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E se la vita non avesse necessariamente bisogno della luce e del calore di una stella per prosperare? Un nuovo studio, guidato dal ricercatore Dimitra Atri della New York University Abu Dhabi, apre a scenari affascinanti, suggerendo che un'altra fonte di energia, onnipresente nel cosmo, potrebbe alimentare organismi viventi nei luoghi più freddi e bui del nostro sistema solare e oltre. Questa energia non proverrebbe dal nostro Sole, ma dallo spazio profondo, sotto forma di raggi cosmici. Si tratta di particelle cariche di energia, come protoni ed elettroni, che viaggiano quasi alla velocità della luce, generate da eventi catastrofici come le supernove. Sulla Terra, siamo in gran parte schermati dal nostro campo magnetico e da una spessa atmosfera, ma su mondi che ne sono privi, come Marte o le lune ghiacciate, queste particelle possono penetrare per metri al di sotto della superficie.

Il meccanismo proposto, noto come radiolisi, è sorprendentemente semplice. Quando un raggio cosmico colpisce una molecola di acqua ghiacciata, l'impatto è così violento da spaccarla, liberando elettroni. Questi elettroni, a loro volta, possono diventare il carburante per reazioni biochimiche, fornendo l'energia necessaria a forme di vita microbica per sopravvivere. Questo processo non richiede la vicinanza a una stella, ma solo una superficie planetaria esposta a questo bombardamento cosmico. Di colpo, la ricerca della vita si espande a pianeti nomadi che vagano solitari nel freddo interstellare, o a corpi celesti ai margini del nostro sistema solare.

Il team di ricerca ha calcolato quale potrebbe essere la biomassa massima sostenibile da questo processo su tre dei candidati più promettenti del nostro vicinato cosmico. Al primo posto si è classificato Encelado, una luna di Saturno di circa 504 chilometri di diametro. Con il suo oceano sotterraneo e i geyser che spruzzano acqua nello spazio, Encelado potrebbe ospitare una biomassa sostenuta dai raggi cosmici fino a 400 milionesimi di grammo per centimetro quadrato. Potrebbe sembrare poco, ma è sufficiente per intere colonie di microrganismi. Subito dopo troviamo Marte, dove la radiolisi potrebbe sostenere una biomassa di 110 milionesimi di grammo per centimetro quadrato e, potenzialmente, spiegare le misteriose e anomale letture di metano rilevate nella sua sottile atmosfera.

Infine, c'è Europa, la celebre luna di Giove, con il suo immenso oceano nascosto sotto chilometri di ghiaccio. Sebbene il suo oceano sia troppo profondo per essere raggiunto dai raggi cosmici, gli scienziati ipotizzano l'esistenza di "tasche" di acqua liquida molto più vicine alla superficie, a circa un metro di profondità. La presenza di sali, che agiscono come un antigelo, manterrebbe l'acqua liquida anche a temperature bassissime. In queste piccole oasi saline, la vita potrebbe trovare l'energia necessaria proprio grazie alla radiolisi. Questo suggerisce che le missioni, come Europa Clipper della NASA e JUICE dell'ESA, potrebbero non dover perforare l'intera crosta ghiacciata per cercare segni di vita. L'introduzione del concetto di una "zona abitabile radiolitica" cambia radicalmente il nostro modo di pensare a dove la vita possa esistere, dimostrando che l'universo potrebbe essere molto più creativo e pieno di sorprese di quanto abbiamo mai osato immaginare.