La ricerca di vita oltre la Terra spesso evoca scenari fantascientifici, ma la realtà potrebbe essere molto più vicina e nascosta in forme più semplici di quanto pensiamo. È assai più probabile, infatti, che la prima vita extraterrestre che scopriremo all'interno del nostro sistema solare sia di tipo microbico.
Uno dei candidati più promettenti per ospitarla è Europa, una delle lune di Giove. Gli astronomi teorizzano che sotto la sua spessa e gelida superficie si nasconda un vasto oceano di acqua salata, a diretto contatto con un nucleo roccioso e caldo. Un ambiente che, almeno in teoria, potrebbe possedere tutti gli ingredienti necessari a sostenere forme di vita. La sonda Europa Clipper della NASA è già in viaggio proprio per determinare quanto Europa sia effettivamente abitabile, ma come possiamo prevedere che tipo di organismi potremmo trovarvi? La risposta, sorprendentemente, potrebbe trovarsi a chilometri di profondità sotto i nostri stessi oceani.
La Terra funziona spesso come un laboratorio naturale per la scienza planetaria. Esistono infatti dei "siti analoghi", luoghi del nostro pianeta con condizioni geologiche, ambientali o biologiche simili a quelle che immaginiamo su altri corpi celesti. In questo contesto si inserisce il lavoro di James Holden, microbiologo dell'Università del Massachusetts Amherst, che ha dedicato la sua intera carriera, fin dal 1988, allo studio dei vulcani sottomarini e delle sorgenti idrotermali. Questi ambienti, situati a più di un chilometro e mezzo sotto la superficie del mare, sono considerati una delle culle più plausibili per l'origine della vita sulla Terra. Qui, organismi specializzati prosperano in condizioni estreme, senza luce né ossigeno, ottenendo energia direttamente dai gas e dai minerali eruttati dalle viscere del pianeta.
Proprio per questa sua profonda conoscenza, la NASA ha deciso di investire nel suo lavoro con un finanziamento di circa 580.000 euro per i prossimi tre anni. L'obiettivo è ambizioso: "prevedere" la natura della vita su Europa, partendo dall'analisi dei microbi terrestri. "Pensiamo, basandoci sul nostro pianeta, che Europa possa avere condizioni in grado di sostenere la vita", ha affermato Holden. Per studiare questi microrganismi, il suo team utilizza sottomarini, a volte con equipaggio umano e altre volte robotizzati, per prelevare campioni dal fondale oceanico e analizzarli in laboratorio, dove vengono ricreate le stesse condizioni estreme. Sebbene un'eventuale vita su Europa non sarebbe una copia esatta di quella terrestre, lo studio di questi microbi ci offre il modello più realistico a nostra disposizione. L'emozionante possibilità è che il segreto per comprendere la vita nell'universo sia sempre stato qui, nascosto nelle profondità del nostro stesso pianeta.