Una nuova e suggestiva immagine diffusa dalla NASA mostra il maestoso Arsia Mons, uno dei più imponenti vulcani del pianeta rosso, mentre svetta oltre uno spesso strato di nubi poco prima del sorgere del Sole. Lo scatto, catturato il 2 maggio 2025 dalla sonda Mars Odyssey, è il risultato di una serie di osservazioni sperimentali condotte a partire dal 2023, con l’obiettivo di esplorare l’atmosfera marziana da una prospettiva del tutto inedita.
L’orbiter Mars Odyssey, attivo dal 2001 e attualmente la missione più longeva in orbita attorno a un altro pianeta, ha iniziato a ruotare di 90 gradi durante il proprio percorso attorno a Marte per orientare la sua fotocamera verso l’orizzonte. Questo cambiamento operativo consente di ottenere immagini panoramiche che rivelano dettagli sia della superficie sia degli strati atmosferici superiori, come le nuvole di ghiaccio d’acqua che spesso avvolgono le grandi strutture geologiche marziane.
In questa occasione, la vetta di Arsia Mons, con i suoi 20 chilometri di altezza – quasi quattro volte più grande rispetto al Mauna Loa delle Hawaii, il più grande vulcano terrestre – emerge con eleganza sopra il velo delle nubi mattutine, offrendo una visione mozzafiato che ricorda le osservazioni della Terra dallo spazio. Ecco l'immagine integrale caricata dalla NASA.
Il vulcano è il più meridionale del trio chiamato Tharsis Montes, una catena che include anche Pavonis Mons e Ascraeus Mons. A differenza di altri rilievi marziani, Arsia Mons è spesso coperto da nubi, che si formano per effetto dell’espansione e del raffreddamento dell’aria che sale lungo i suoi pendii.
Il periodo dell’anno in cui Marte si trova nel punto più distante dal Sole, noto come afelio, è particolarmente propizio per l’osservazione del cosiddetto "cinturone nuvoloso dell’afelio", una fascia di nubi che attraversa l’equatore marziano. Proprio in questo contesto stagionale è stato ripreso Arsia Mons, con la cima che spunta in mezzo al banco nuvoloso in un panorama che ha entusiasmato gli scienziati.
Ma c'è anche una componente di studio in simili immagini, infatti, i cambiamenti visibili nei vari scatti effettuati nel tempo offrono indizi preziosi su fenomeni come le tempeste di polvere e i cicli dell’acqua, informazioni fondamentali anche per pianificare future missioni con equipaggio.
Oltre a esplorare le nubi e le condizioni climatiche, la sonda continua a monitorare la superficie grazie alla fotocamera THEMIS (Thermal Emission Imaging System), in grado di rilevare dettagli sia nella luce visibile che nell’infrarosso. Quest’ultima modalità è particolarmente utile per individuare la presenza di ghiaccio d’acqua nel sottosuolo, una risorsa chiave per le future missioni umane. THEMIS è inoltre capace di osservare i minuscoli satelliti di Marte, Phobos e Deimos, contribuendo all’analisi della loro composizione.
Jonathon Hill, responsabile delle operazioni di THEMIS presso l’Arizona State University, ha commentato con soddisfazione la scelta di puntare proprio su Arsia Mons, consapevoli della possibilità di catturare la cima emergere dalle nuvole. “Non ci ha delusi”, ha affermato, celebrando un’immagine che unisce valore scientifico ed estetico in un solo scatto.
A proposito di Marte, lo sapevate che il rover Perseverance fotografa di continuo quello che sembra un piccolo labirinto? Qui vi spieghimo il perché.