Osservare direttamente un pianeta al di fuori del nostro sistema solare è una sfida tecnologica immensa. Questi mondi lontani sono spesso miliardi di volte meno luminosi della stella madre attorno a cui orbitano, la cui luce accecante li nasconde alla nostra vista. Per aggirare questo ostacolo, gli astronomi si affidano a strumenti incredibilmente sofisticati, come il telescopio spaziale James Webb (JWST). Grazie a un dispositivo chiamato coronografo, che funziona come uno speciale "scudo" per bloccare la luce stellare, e alla sua sensibilità eccezionale nella luce infrarossa, il JWST è riuscito in un'impresa notevole, che segna una nuova tappa nella sua già brillante carriera.
Il protagonista di questa nuova avventura cosmica è un sistema stellare situato a circa 111 anni luce da noi, noto come CE Antilae o TWA 7. Si tratta di una stella giovanissima, con un'età stimata di pochi milioni di anni, un'inezia se paragonata ai 4,6 miliardi di anni del nostro Sole. La particolarità di questo sistema è che la Terra si trova in una posizione privilegiata per osservarlo: lo vediamo "dal di sopra", una prospettiva che gli astronomi chiamano "pole-on". Questa visuale ci offre una panoramica completa e senza ostacoli del disco di detriti e gas che circonda la stella, una sorta di cantiere cosmico dove i pianeti nascono e crescono.
Proprio analizzando questo disco protoplanetario, gli astronomi avevano notato una struttura affascinante: tre anelli distinti, separati da corridoi quasi completamente vuoti. L'ipotesi era che la forza di gravità di pianeti non ancora visti avesse "ripulito" quelle zone, creando delle lacune. Ed è proprio in uno di questi varchi che lo strumento MIRI (Mid-Infrared Instrument) del James Webb ha individuato una debole sorgente di emissione infrarossa. Dopo attente analisi e simulazioni, il team di ricerca ha avuto la conferma: si trattava di un pianeta.
È nato così TWA 7b, il primo esopianeta la cui scoperta è attribuita interamente al telescopio spaziale Webb, dopo tre anni passati a studiare mondi già noti. Ma non è un pianeta qualsiasi. Con una massa stimata pari a circa 0,3 volte quella di Giove, o cento volte quella terrestre, TWA 7b detiene il record di pianeta più leggero mai immortalato direttamente.
È circa dieci volte meno massiccio di qualsiasi altro esopianeta fotografato in precedenza con questa tecnica. La sua giovinezza fa sì che emetta ancora calore, irradiando quella luce infrarossa che il Webb è stato progettato per catturare. Questo successo non rappresenta solo un traguardo per il telescopio da 10 miliardi di dollari, ma dimostra la sua straordinaria capacità di scovare mondi sempre più piccoli e deboli, aprendo la strada a future e ancora più entusiasmanti scoperte.