Webb trova metano su Makemake: il pianeta nano è ancora attivo

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HDblog.it Oct 01, 2025 · 2 mins read
Webb trova metano su Makemake: il pianeta nano è ancora attivo
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Gli astronomi hanno fatto una scoperta inattesa ai confini del Sistema solare: il pianeta nano Makemake mostra tracce di metano gassoso, segno che la sua superficie ghiacciata non è affatto immobile, ma in continua trasformazione. La rilevazione arriva dal James Webb Space Telescope (JWST) e rappresenta un nuovo tassello per comprendere meglio i corpi celesti che popolano la Fascia di Kuiper, oltre l’orbita di Nettuno.

Makemake, che con i suoi 1.430 chilometri di diametro è grande circa due terzi di Plutone, diventa così il secondo oggetto trans-nettuniano ad aver mostrato gas in superficie, dopo lo stesso Plutone. La conferma del metano non è arrivata osservando direttamente un’atmosfera densa, ma attraverso la caratteristica firma spettrale della luce solare riemessa dalle molecole di questo gas.

Secondo il team guidato da Silvia Protopapa del Southwest Research Institute, i dati raccolti dal Webb raccontano una storia di attività inattesa.

«Il telescopio ha rivelato che il metano non è soltanto intrappolato nei ghiacci, ma si trova anche in fase gassosa, rendendo Makemake un mondo dinamico, non un relitto spento del Sistema solare esterno»

Gli scienziati ipotizzano che il metano possa provenire da due scenari principali. Da un lato, Makemake potrebbe avere una sottilissima atmosfera stabile, con pressioni pari a circa 10 picobar, cioè cento miliardi di volte inferiori a quelle della Terra. In alternativa, il gas potrebbe essere liberato da processi temporanei, come avviene nelle comete quando il calore del Sole provoca la sublimazione dei ghiacci, oppure attraverso fenomeni di criovulcanismo, con pennacchi che rilasciano gas a centinaia di chilogrammi al secondo.

Questa attività, se confermata, ricorderebbe i getti d’acqua osservati su Encelado, la luna di Saturno, suggerendo che anche nei mondi più remoti possano esistere meccanismi interni capaci di modificare la superficie e l’ambiente circostante.

Precedenti osservazioni non avevano evidenziato un’atmosfera significativa, ma non avevano nemmeno escluso la possibilità di un velo sottilissimo di gas. Con nuove misurazioni ad alta risoluzione, gli scienziati sperano di capire se il metano provenga da un’atmosfera permanente o da episodi sporadici di attività geologica.

Makemake, scoperto nel 2005 e noto per il suo colore rossastro, continua così ad attirare l’attenzione nonostante la sua distanza di quasi 7 miliardi di chilometri dal Sole.