WhatsApp accusa la Russia: “Tentano di bloccare la comunicazione privata”

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HDblog.it Aug 14, 2025 · 2 mins read
WhatsApp accusa la Russia: “Tentano di bloccare la comunicazione privata”
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WhatsApp ha puntato il dito contro Mosca, accusando il governo russo di voler bloccare l’accesso alla sua piattaforma di messaggistica per milioni di persone. La motivazione, secondo la società controllata da Meta Platforms, sarebbe la volontà di ostacolare la comunicazione privata e cifrata, che impedisce alle autorità di accedere ai contenuti scambiati tra gli utenti.

In una dichiarazione ufficiale, WhatsApp ha sottolineato che il servizio è end-to-end criptato e che nessuno, nemmeno la stessa azienda, può leggere i messaggi o intercettare le chiamate.

“La nostra tecnologia protegge il diritto delle persone a comunicare in sicurezza. È per questo che la Russia vuole bloccare WhatsApp per oltre 100 milioni di cittadini”

L’azienda ha poi ribadito l’impegno a garantire, ovunque possibile, la disponibilità dei suoi servizi, compreso il territorio russo.

La tensione non nasce dal nulla. Negli ultimi mesi, la Russia ha iniziato a limitare alcune funzionalità di chiamata su WhatsApp e Telegram, sostenendo che le due piattaforme, essendo di proprietà straniera, non collaborerebbero pienamente con le indagini su frodi e terrorismo. In particolare, Mosca accusa queste società di non fornire alle forze dell’ordine informazioni utili alle indagini, come richiesto dalla legislazione locale.

Telegram, piattaforma di messaggistica fondata dal russo Pavel Durov e ora con sede a Dubai, ha risposto alle accuse spiegando di contrastare attivamente gli abusi. Ha dichiarato di utilizzare strumenti di intelligenza artificiale per monitorare le aree pubbliche della piattaforma, rimuovendo ogni giorno milioni di contenuti dannosi, inclusi messaggi di truffa e incitamenti alla violenza.

Negli ultimi anni, il governo russo ha progressivamente irrigidito le regole sull’uso di internet, imponendo alle piattaforme di archiviare i dati degli utenti su server locali e di rimuovere contenuti ritenuti “illegali” dalle autorità. Con l’inizio dell’invasione dell’Ucraina, nel febbraio 2022, il controllo si è ulteriormente inasprito, con il blocco di numerosi siti di informazione indipendente e restrizioni sempre più stringenti alle piattaforme social straniere.

Secondo diversi osservatori, le mosse del Cremlino mirerebbero a consolidare un ecosistema digitale più isolato, in cui le comunicazioni e le informazioni online siano monitorabili e, se necessario, censurabili. WhatsApp, con la sua cifratura end-to-end, rappresenta di fatto un ostacolo a questa strategia, poiché non consente l’accesso diretto ai contenuti scambiati tra gli utenti.

Le restrizioni già in atto, unite alle nuove accuse, potrebbero aprire la strada a un blocco totale del servizio in Russia, uno scenario che ricorda da vicino quanto avvenuto in passato con altre piattaforme come LinkedIn o Facebook, rese inaccessibili dopo il rifiuto di adeguarsi alle richieste governative.