Un piccolo, quasi impercettibile, cambiamento in un post sul blog ufficiale di Microsoft ha scatenato un vero e proprio terremoto mediatico. Per alcuni giorni, il mondo della tecnologia ha creduto che il colosso di Redmond avesse perso la stratosferica cifra di 400 milioni di utenti attivi mensili del suo sistema operativo Windows. Un dato che, se confermato, avrebbe rappresentato un segnale allarmante per il software che da decenni domina il mercato dei personal computer.
Tutto è nato da una frase apparentemente innocua. In un articolo, Microsoft aveva definito Windows come il sistema operativo più diffuso al mondo, con "oltre un miliardo di dispositivi attivi mensilmente". Una cifra di tutto rispetto, se non fosse che gli osservatori più attenti hanno immediatamente notato una discrepanza significativa. Nel 2022, infatti, la stessa azienda vantava con orgoglio ben 1,4 miliardi di utenti attivi, un numero confermato anche l'anno precedente, quando si attestava su 1,3 miliardi. La matematica, in questo caso, è impietosa: all'appello mancavano almeno 400 milioni di persone.
La notizia ha fatto rapidamente il giro del web, alimentando ipotesi e analisi su una possibile crisi di Windows. Il fatto che Microsoft non sbandierasse più il suo record di 1,4 miliardi sembrava avvalorare la tesi di un calo drastico, forse dovuto a una tiepida accoglienza riservata a Windows 11 o alla crescente popolarità delle nuove funzionalità di AI integrate in Copilot, che non avrebbero convinto gli utenti a effettuare l'aggiornamento o ad acquistare nuovi dispositivi.
Poi, con la stessa discrezione con cui era stato generato, il mistero è stato risolto. Microsoft ha silenziosamente modificato il post incriminato, correggendo il testo da "oltre un miliardo" a "oltre 1,4 miliardi" di utenti, aggiungendo una nota a margine del blog per segnalare la modifica.
Nessuna emorragia di utenti. Ora che siamo tutti più tranquilli, un dato emerge comunque: se da un lato la correzione rassicura sulla tenuta del sistema operativo, dall'altro mette in luce una stagnazione evidente: il numero di utenti attivi è rimasto sostanzialmente invariato per un lungo periodo.
C'è anche da dire che è sempre più difficile ottenere dati statistici chiari e aggiornati, se escludiamo quelli forniti da servizi terzi, come StatCounter o le statistiche d'utilizzo su Steam, sicuramente interessanti ma non precisi. Un tempo, l'azienda di Redmond condivideva regolarmente queste informazioni attraverso il suo sito "Microsoft by the Numbers", un portale oggi non più attivo che reindirizza alla pagina generica delle notizie. Ora, per carpire lo stato di salute di prodotti come Windows, non resta che affidarsi a frasi sparse nei comunicati stampa o a lettere agli azionisti, sperando di non incappare in un refuso come quello in oggetto, in grado per qualche ora di riscrivere la storia.