In un recente post pubblicato sul suo blog ufficiale, Microsoft ha reso noto un dato che non è passato inosservato: i dispositivi Windows attivi nel mondo sono attualmente stimati a "oltre un miliardo". Una cifra che, letta così, sembra rassicurante ma che, confrontata con il passato, delinea uno scenario meno roseo. Nel 2022, poco dopo il debutto di Windows 11, Redmond dichiarava di avere 1,4 miliardi di dispositivi Windows attivi. Oggi, quei 400 milioni di utenti in meno citati lasciano intendere un calo che, se confermato, rappresenterebbe una vera emorragia per la piattaforma.
Oggi Windows è il sistema operativo più utilizzato al mondo, con oltre un miliardo di dispositivi attivi ogni mese: una piattaforma aperta e flessibile che connette persone, idee e innovazioni sui PC Windows che ogni giorno milioni di utenti impiegano in tutto il mondo.
Il calo potrebbe dipendere da diversi fattori. Con la fine del supporto a Windows 10 sempre più vicina, molti utenti stanno scegliendo di dismettere i vecchi PC senza sostituirli, complice una crescente autosufficienza di smartphone e tablet per le attività quotidiane. Allo stesso tempo, per chi ancora necessita di un computer, alternative come macOS e ChromeOS risultano valide e sempre più diffuse. Secondo StatCounter, negli ultimi dieci anni Windows avrebbe perso circa il 15% della sua base utenti globale.
Microsoft ha cercato di invertire la tendenza puntando forte sull'AI. Nel 2024 è arrivata la nuova categoria di dispositivi Copilot+, PC Windows 11 con funzioni AI integrate pensate per stimolare l'aggiornamento dell'hardware. Tuttavia, l'interesse generato è stato modesto e l'impatto sul mercato praticamente nullo. A complicare il quadro c'è la percezione, tra utenti e osservatori, di un'esperienza Windows sempre più frammentata: Windows 11 è stato accolto con entusiasmo nella fase iniziale, ma alcune aree del sistema risultano ancora incomplete o mal integrate. Perfino funzionalità standard come la Dark Mode continuano a mostrare lacune evidenti, mentre Microsoft sembra concentrarsi più su Copilot, annunci pubblicitari e servizi a pagamento.
Proprio la pubblicità è diventata uno degli aspetti più criticati: oggi Windows 11 mostra inserzioni per servizi Microsoft un po' ovunque, dalla schermata di blocco al menu Start, fino a Ricerca e Impostazioni. Molte di queste possono essere disattivate, ma il segnale resta chiaro: l'ecosistema Windows, agli occhi di molti utenti, si sta commercializzando in modi invasivi, minando ulteriormente l'attrattiva della piattaforma.
Non aiuta il fatto che Windows 11 richieda obbligatoriamente un account online per la configurazione iniziale, un vincolo che nessun altro sistema desktop o mobile impone. Un dettaglio che alimenta la percezione di un'esperienza sempre meno incentrata sull'utente e sempre più orientata a monetizzare ogni aspetto dell'interazione.
Nonostante tutto, Windows 11 continua a crescere come quota all'interno del mondo Windows e dovrebbe superare Windows 10 come versione più diffusa nel corso del prossimo anno. Ma è sempre più probabile che non raggiungerà mai i picchi di popolarità toccati dal predecessore. L'impressione diffusa è che, in un mercato in cui alternative valide non mancano, un numero crescente di utenti preferisca voltare pagina piuttosto che accettare compromessi in termini di usabilità, privacy e semplicità. Un campanello d'allarme che Microsoft non potrà ignorare ancora a lungo.