Wyze è intenzionata a riguadagnare la fiducia dei consumatori: dopo una serie di incidenti di sicurezza piuttosto gravi, che hanno permesso agli utenti di vedere i flussi video di videocamere di sicurezza di altri utenti senza autorizzazione, verificatisi tra il 2023 e il 2024, la società ha detto nelle scorse ore di aver rivoluzionato tutte le proprie pratiche e i propri processi interni, rafforzando la stabilità dello stack software e rilasciando una nuova funzionalità, chiamata Verified View, che è obbligatoria e che fa da controllo ultimo contro la visualizzazione dei flussi video da parte di utenti non autorizzati.
Wyze dice che Verified View funziona un po’ come il DRM delle piattaforme di streaming come Netflix e Prime Video. In ogni flusso video viene incorporato il codice identificativo univoco dell’utente; se non combacia con quello del client che tenta di accedervi, il video non viene riprodotto. La società ha dovuto investire parecchio, in termini di tempo e denaro, per sviluppare questa feature, e spiega che anche mantenerla attiva ha dei costi tutt’altro che trascurabili. Wyze è una startup indipendente con margini piuttosto risicati, ma dice che non intende scendere a compromessi su Verified View: sarà sempre disponibile, obbligatorio e gratuito. Insomma una parte imprescindibile dei prodotti della società.
Un grande vantaggio di un sistema come Verified View è che non interferisce con alcune delle funzionalità più avanzate e apprezzate della piattaforma, come per esempio l’intelligenza artificiale che analizza i flussi video nel tentativo di ridurre le notifiche di eventi inutili. È un aspetto importante per l’esperienza d’uso complessiva, che soluzioni notoriamente super sicure e apprezzate come la cifratura end-to-end purtroppo non possono garantire.
Verified View non è certo l’unica novità introdotta da Wyze. Spicca in particolare l’obbligo di far ricorso all’autenticazione a due fattori. Ci sono poi altre modifiche “invisibili” all’utente finale, come una rimozione dove possibile di librerie e tool di terze parti, e dove ciò non fosse possibile un’attenta e accurata valutazione della relativa sicurezza, con sostituzioni dove necessario; Wyze ha anche assunto ricercatori indipendenti per valutare la sicurezza del proprio software. La società promette anche una maggior trasparenza in futuro: vuole evitare che si ripeta lo scenario di qualche anno fa, quando ha ammesso di aver tenuto nascosta per tre anni una falla di sicurezza nelle Wyze Cam V1.