Che il prezzo originario del Game Pass fosse troppo basso a fronte della qualità offerta è un dato di fatto, tuttavia i costanti aumenti lo hanno rapidamente portato dall'essere un servizio imprescindibile ad uno da considerare con più attenzione, valutando bene se si ha effettivamente il tempo per poter fruire dell'offerta proposta o se ha più senso investire le stesse cifre nell'acquisto più ragionato e mirato dei titoli che interessano veramente.
Con l'aumento di ieri, il Game Pass Ultimate ha sostanzialmente superato la soglia ritenuta accettabile da gran parte dei giocatori abbonati al tier più alto del servizio; se è vero che da un lato l'offerta è comunque allettante, oggi diventa più pressante considerare il tema che l'investimento fatto è a fronte della fruizione solo temporanea dei contenuti; una volta terminato l'abbonamento, non resta nulla in tasca all'utente.
Ora che la spesa annuale proposta è di circa 320 euro, in tanti stanno cominciando a chiedersi se non abbia più senso investire la stessa cifra sull'acquisto di giochi che poi rimangono nella loro libreria, magari evitando la foga del day one per approfittare delle prime offerte a poche settimane dal lancio (senza aspettare 1 anno).
Ci troviamo quindi davanti ad un momento cruciale per il Pass, il quale è finalmente pronto a mostrare la sua vera essenza, ovvero quella di un abbonamento ultra-premium che non può essere sostenuto solo dai grandi numeri, ma che necessita anche di grandi ricavi a fronte di una base installata stabile o in aumento. Questo almeno nelle aspettative di Microsoft, che però dovranno fare i conti con l'effettiva risposta del pubblico.
D'altronde il calo degli abbonati al tier Ultimate - senza contare chi proprio non rinnoverà - rappresenta la minaccia finale alla sostenibilità del modello, dal momento che la riduzione dei ricavi non è in alcun modo compensata dal fatto che quei giocatori non accedono al day one alla libreria di giochi dell'Ultimate; gli accordi per portare quei titoli sul Pass vengono fatti a prescindere, quindi più cala la base di abbonati Ultimate e meno diventa conveniente siglarli con la prospettiva del day one.
Resta quindi da chiedersi quali siano le reali intenzioni di Microsoft dietro a questa mossa, tuttavia è chiaro che andrà ricercato un nuovo equilibrio per il servizio. Per come si stanno mettendo le cose, considerando anche il ruolo sempre più marginale di Xbox in ambito console, non stupirebbe un progressivo smantellamento di questa componente, ma sarà solo il tempo a darci la risposta.