Xiaomi 15 convince dopo 6 mesi: prezzo ottimo e Android 16 | Riprova Video

https://www.hdblog.it/smartphone/recensioni/n627641/riprova-xiaomi-15-dopo-6-mesi/

HDblog.it Aug 19, 2025 · 15 mins read
Xiaomi 15 convince dopo 6 mesi: prezzo ottimo e Android 16 | Riprova Video
Share this

Lo Xiaomi 15 è uscito ormai circa sei mesi fa al prezzo di 999.90 euro — 1000 euro per gli amici — nel taglio di memoria da 12/512GB. Un prezzo non totalmente folle, in linea se non addirittura inferiore a quello della precedente generazione. Inizialmente la ricezione è stata buona, se non fosse che Xiaomi negli ultimi anni sta faticando in Italia, perlomeno nella fascia alta, a causa di qualche noia di troppo con il software, il bloatware e le varie pubblicità.

Diciamo che quello "zoccolo duro" di utenza, tipico e unico di questo brand, si è un po' perso per strada. Anche io sono stato un grande fan, complici le tantissime innovazioni che ha portato nel mondo smartphone e, soprattutto, nella smart home, nella mobilità urbana e nel benessere con i suoi wearable.

La Mi Band, il monopattino M365, i Redmi Note... sono tutti prodotti iconici che hanno fatto la storia di un settore. Il concetto stesso di medio gamma con tantissima batteria, buone prestazioni e fotocamere affidabili è nato proprio con i primi Redmi Note che si importavano dalla Cina.

Ultimamente, complice un mercato tech stagnante e quelle noie software di cui parlavo, prodotti come lo Xiaomi 15 passano facilmente in secondo piano. Ma attenzione: ad oggi, con un prezzo che parte dai 500 euro, cambia tutto. Parliamo chiaramente di prezzi d'importazione, ma se non avete a cuore il fattore garanzia, l'acquisto di uno Xiaomi 15 in questo momento è oro colato.

Per portarsi a casa un modello con garanzia italiana, invece, si deve spendere di più: poco più di 700 euro per la variante 12/256GB. Ho utilizzato più volte lo Xiaomi 15 nel corso del 2025 e ora, dopo sei mesi, voglio parlarvene di nuovo, perché con questi cali di prezzo potrebbe essere uno smartphone interessantissimo per molti.

Nella recensione del Vivo X200 FE ve l'avevo citato e oggi lo confermo: acquisterei tutta la vita uno Xiaomi 15, molto più completo rispetto a quel prodotto "compatto" che punta sì tantissimo sulla batteria, ma trascura altri aspetti. Lo Xiaomi 15 è un top di gamma completo e, ora, al giusto prezzo. Non è affatto male! Ah, e un'ultima cosa: è già arrivato Android 16!

Ho deciso di ri-provare lo Xiaomi 15 dopo averlo utilizzato svariate volte durante questi sei mesi. Nelle ultime settimane l'ho portato spesso in viaggio assieme all'iPhone 13, del quale vi ho parlato qualche giorno fa, poiché sono due telefoni che si sposano benissimo per l'uso in mobilità.

Lo Xiaomi 15 cerca proprio di catturare quella fetta di utenza che vorrebbe un iPhone Pro ma è delusa da alcune sue specifiche: la ricarica lenta, la batteria limitata, un hardware fotografico percepito come meno competitivo o, più banalmente, la noia verso iOS.

Prima di iniziare questa analisi, che è una sorta di riprova a lungo termine, analizziamo quindi la concorrenza di questo Xiaomi 15.

LA CONCORRENZA IN BREVE

Lo Xiaomi 15 si scontra essenzialmente con due prodotti: il Galaxy S25 e il Vivo X200 FE. Escludo volutamente il Pixel 9 Pro, ipotizzando che chi acquista quel prodotto punti tutto sull'esperienza Google e non sulla scheda tecnica pura.

Il Galaxy S25 ha dalla sua diversi punti di forza innegabili:

  • L'ecosistema Samsung e una OneUI completissima, con tanto di modalità desktop DeX.

  • Una rete di assistenza capillare sul territorio.

  • È probabilmente lo smartphone top di gamma più leggero e compatto che si possa acquistare.

Di contro, presenta anche alcuni limiti:

  • Autonomia e velocità di ricarica sono solo sufficienti.

  • Le fotocamere principali usano sensori vecchi di 4-5 generazioni.

  • Alcune specifiche, come il display, sono buone ma non al livello dei migliori.

Il suo vero asso nella manica? Il prezzo: a volte si trova a poco più di 500 euro, diventando estremamente competitivo.

Il Vivo X200 FE esce invece a 849 euro di listino. Non una cifra esorbitante, ma il problema è che, come sta accadendo con l'X200 Pro, molto probabilmente non scenderà di prezzo in modo significativo. Questo lo rende più costoso del Galaxy S25 e, spesso, anche dello Xiaomi 15 con garanzia italiana.

Qui la strategia è chiara: si punta tutto su un'autonomia incredibile, grazie a una batteria da oltre 6000mAh. Questa scelta, però, comporta una lunga serie di rinunce e mancano diversi aspetti da vero top di gamma:

  • Non c'è la ricarica rapida.

  • Manca l'uscita video sulla porta USB-C.

  • La fotocamera ultragrandangolare è da soli 8 megapixel e di bassa qualità.

  • Anche il sensore della fotocamera principale non è da top di gamma.

Potremmo citare anche gli iPhone, considerando che un iPhone 16 Pro da 128GB ormai non ha un prezzo così distante, ma, come per i Google Pixel, parliamo di smartphone con un target di utenza probabilmente del tutto scollegato da chi è interessato a uno Xiaomi 15.

Il punto di forza dello Xiaomi 15 è che, rispetto ai rivali Android analizzati, non ha veri e propri punti deboli: è un dispositivo ottimo in tutto. È vero, manca una desktop mode e il software ha ancora qualche bloatware e pubblicità di troppo, ma nel complesso ha tutte le carte in regola per essere il migliore del gruppo, spesso a un prezzo semplicemente imbattibile.

COSTRUITO PER RESISTERE.. E BENE!

Lo Xiaomi 15 è uno smartphone semplice, ma ben fatto e resistente: ha uno spessore di circa 8mm e un peso di poco più di 190 grammi, dovuti a un frame in metallo e a un vetro sia frontale che posteriore, il famoso Xiaomi Shield Glass.

Molte aziende cinesi, infatti, hanno iniziato a prodursi in casa i vetri protettivi, dal momento che acquistare quelli di aziende terze come Corning ha un costo elevato. In questo modo, le aziende possono investire quanto risparmiato in ricerca e sviluppo, e i risultati si vedono: le soluzioni proprietarie di Xiaomi, Honor, OPPO, Huawei e Vivo sembrano spesso più resistenti e promettenti delle alternative.

Tuttavia, c'è un "ma": ad oggi, nessuno di questi vetri è ancora arrivato ai livelli del Gorilla Glass Armor per quanto riguarda l'eccezionale trattamento antiriflesso.

Se si ha una mano abbastanza grande, lo smartphone calza alla perfezione nel palmo e offre un ottimo grip. Il peso è ben distribuito e non c'è il vistoso "oblò" centrale per le fotocamere come sullo Xiaomi 15 Ultra, che può risultare scomodo per una presa salda.

Abbiamo poi una porta USB-C con uscita video supportata, il carrellino per le due SIM fisiche e anche il supporto eSIM. Dopo svariati mesi di utilizzo, c'è da dire che lo smartphone sembra ancora nuovo di fabbrica, non c'è il minimo segno di usura!

L'unica piccola nota negativa? Il blocco delle fotocamere, protetto da un unico pannello in vetro, trattiene davvero tante impronte. Un peccato!

LE FOTOCAMERE.. DOPO SEI MESI!

Vi ricorderete che lo Xiaomi 15 eredita dallo Xiaomi 14 quasi tutto il pacchetto fotografico: i tre sensori posteriori da 50 megapixel e la selfie camera, anch'essa da 50 megapixel.

L'unica cosa che cambia, effettivamente, è il sensore del teleobiettivo, che passa dall'Isocell JN1 all'Isocell JN5. Non cambiano le dimensioni del sensore, ma è un piccolo aggiornamento che ne migliora la resa. A cambiare sono anche le lenti associate, poiché ora abbiamo uno zoom ottico di 2.6X (anziché 3.2X) e un'apertura focale più luminosa, pari a f/2.0.

Il sensore principale è un OmniVision OVX9000, denominato da Xiaomi "Light Fusion 900". L'apertura focale è di f/1.6 e le dimensioni del sensore sono di 1/1.31". L'autofocus è ottimo, così come le foto ottenute da questa fotocamera. Lo scatto è immediato, con uno shutter lag quasi pari a zero, e i colori riprodotti sono eccellenti.

Vi ricordo che prosegue la collaborazione con LEICA, ora più evidente che mai. Non si limita ai profili colore LEICA Vivid e LEICA Authentic, ma si estende anche alla grafica dell'app fotocamera, che ora utilizza il font tipico delle macchine fotografiche LEICA, un tocco di classe per gli appassionati.

La fotocamera che, personalmente, ho utilizzato di più è il teleobiettivo, fantastico per immortalare attimi e creare delle vere e proprie "cartoline". Peccato, però, per quello che considero un passo indietro con la lunghezza focale. Un'ottica da 2.6X è un po' corta, soprattutto se paragonata all'ottimo zoom digitale 2X che si ottiene già dal sensore principale.

Il precedente 3.2X era un buon compromesso che permetteva di spingersi agilmente fino a un 5X digitale senza troppa perdita di qualità. Molto apprezzata, invece, la funzione telemacro, che permette di mettere a fuoco da una distanza minima di soli 10 cm, aprendo a scenari creativi molto interessanti.

La fotocamera ultragrandangolare, basata sul sensore Isocell JN1 (da 1/2.76"), non è affatto male. Quello che si apprezza di più, passando da una lunghezza focale all'altra, è la notevole continuità dei colori, della qualità e del bilanciamento del bianco, specialmente di giorno.

Anche se il teleobiettivo ha la sua funzione macro, è importante sottolineare che non è stata rimossa la messa a fuoco automatica sulla grandangolare, mantenendola quindi utile per scatti ravvicinati. Si è rivelata un ottimo alleato per viaggi come quello a New York mostrato nelle foto.

Bene anche nei video, dal momento che supporta, come le altre fotocamere, la registrazione in 4K a 60fps.

Tutte le foto che state osservando in questa "riprova" sono state scattate in UltraRAW, il formato proprietario di Xiaomi che strizza l'occhio al ProRAW di iPhone. Ha tutte le sembianze di un file RAW, con la sua ricchezza di informazioni, ma si presenta con delle modifiche già applicate per rendere lo scatto subito appetibile e pronto per una rapida condivisione. Un "JPG ultra-potenziato", insomma.

Ho poi elaborato le foto con il preset generico che vi ho mostrato nel video dedicato su Lightroom, che vi invito a recuperare. Con una manciata di click potete rendere le vostre foto incredibili, anche perché spesso il software di scatto stock di Xiaomi delude un po' nei dettagli, che si perdono quando si lascia elaborare l'immagine interamente allo smartphone.

Per quanto riguarda i video la qualità generale è buona, e apprezzo la presenza di funzioni professionali come il supporto al formato LOG con anteprima della LUT in tempo reale. Tuttavia, l'autofocus non è ancora dei migliori; non è un problema hardware, ma di ottimizzazione software. Si nota ancora qualche effetto "ghosting" di troppo e il file finale, nel complesso, non è ai livelli di un iPhone o di un Vivo. Molto bene, invece, i microfoni, che catturano l'audio in modo pulito e accurato.

La selfie cam non l'ho quasi mai utilizzata in questa riprova. Sta lì, senza arte né parte: un sensore da 32MP di qualche generazione fa e, soprattutto, è priva di autofocus. Fa il suo lavoro, ma nulla di più.

LA BATTERIA DOPO SEI MESI

Lo Xiaomi 15 è arrivato sul mercato con una batteria da 5240mAh. Il nostro modello, dopo sei mesi di utilizzo e ricariche rapide costanti a 90W via cavo e 50W in modalità wireless, ha ancora una capacità massima del 100%.

Il merito è anche dei due chip proprietari che lavorano in tandem: il Surge P3, che monitora la ricarica rapida, e il Surge G1, che gestisce la salute della batteria. Grazie a questa tecnologia, Xiaomi promette che la batteria manterrà circa l'80% della sua capacità originale dopo ben 1600 cicli di ricarica, un dato eccezionale per la longevità del dispositivo.

Grazie alla combinazione dei chip proprietari Xiaomi Surge P3 (per la ricarica) e Surge G1 (per la gestione della batteria), la longevità di questo smartphone è eccezionale. Xiaomi dichiara che dopo 1.600 cicli di ricarica, la capacità della batteria rimane circa all'80%. Tradotto in termini pratici, significherebbe poter ricaricare lo smartphone ogni singolo giorno da 0 a 100% per 4 anni e 4 mesi, un dato impressionante se pensiamo che un iPhone 16 Pro promette di raggiungere l'80% dopo circa 1000 cicli.

Questo valore è ancora più notevole se consideriamo la tecnologia utilizzata. La batteria da 5240mAh è di tipo silicio-carbonio, ma con una percentuale di silicio di circa il 10%, inferiore a quella della variante cinese, che ha una batteria da 5400mAh con una concentrazione di silicio maggiore.

Alla fine della fiera, ciò che ci resta tra le mani è uno smartphone sempre in grado di farci concludere la giornata, anche in scenari di utilizzo intenso come il mio, dove passo 2-3 ore con Android Auto Wireless, scatto molte foto e video e sono tutto il giorno sotto rete dati con il display alla massima luminosità.

Se un telefono da 6000mAh, con un uso modico, permette quasi sempre di raggiungere la fine del secondo giorno, con i 5240mAh di questo Xiaomi 15 sarete costretti a una ricarica per completare la seconda giornata. Un risultato che, considerate le prestazioni, non è affatto male!

LE PRESTAZIONI DOPO SEI MESI.. BENE!

Lo Snapdragon 8 Elite non ha bisogno di presentazioni, così come la RAM LPDDR5X e lo storage UFS 4.0. Lo Xiaomi 15 è uno smartphone che va benissimo nel quotidiano, è un fulmine, e la HyperOS 2, con tutte le sue animazioni, permette di godere di un'esperienza d'uso davvero unica.

Ottima anche la gestione termica e la dissipazione del calore, dal momento che questo smartphone scalda molto meno di un Vivo X200 FE e decisamente meno di un Galaxy S25 o di un Pixel 9, un vantaggio non da poco nelle sessioni di gaming o di uso intenso.

ARRIVA ANDROID 16.. MA CON POCHE NOVITA'

Ok, lo Xiaomi 15 ha appena ricevuto Android 16, molto prima di tantissimi altri top di gamma sul mercato. Il Samsung Galaxy S25 Ultra, che abbiamo riprovato qualche giorno fa, è ancora fermo ad Android 15, così come Vivo, Motorola, Oppo, OnePlus e Realme. Insomma, non un brutto risultato per Xiaomi!

Bene... ma che novità ci sono? Mhh... beh... praticamente nulla.

Non scherzo. Questo aggiornamento non ha portato quasi niente di visibile, se non i cambiamenti "sotto la scocca" di Android 16, come il supporto nativo alle "Live Activities". Non ci sono le gesture "back" predittive né le altre funzioni che avevamo visto nelle beta di Android 16.

Per le vere novità, a quanto pare, bisognerà attendere la HyperOS 3. Speriamo arrivi presto!

PUBBLICITA'.. PIU' CHE BLOATWARE!

La vera noia, a distanza di mesi, rimane quel sistema di pubblicità integrato in alcune parti dell'interfaccia. Sebbene io abbia negato ogni consenso in fase di configurazione, mi è capitato spesso di notare in alcune cartelle i "Consigli di Oggi": delle app suggerite che, se cliccate, portano direttamente al Play Store. Spesso si tratta di app "terribili", come giochi di poker e simili.

Se poi per sbaglio aprite app preinstallate come Mi Browser o Mi Video, pensando che siano le app di default per navigare o vedere filmati, verrete sommersi di notifiche pubblicitarie "trash", al cui confronto quelle di Temu sembrano materiale uscito da Harvard.

Posso comprendere una logica simile su un telefono di fascia bassa, ma non su uno smartphone che esce a quasi 1100 euro. Perdi di caratura, fai sembrare i tuoi prodotti "cheap". Per me è un grande "no" dal punto di vista etico. Certo, si possono nascondere senza troppe noie, ma su un top di gamma non dovrebbero proprio esistere.

RICEZIONE, DISPLAY, VIBRAZIONE E SPEAKER.. DI ALTO LIVELLO!

Lo Xiaomi 15 si conferma uno smartphone rotondo, completo a 360 gradi, con una fantastica ricezione, una più che ottima vibrazione ben integrata nel sistema e dei buoni speaker stereo.

Il display è sicuramente la sua punta di diamante: molto luminoso, con circa 1500 nit di picco nell'uso quotidiano (ri-misurati dopo gli ultimi aggiornamenti), e con colori calibrati in modo quasi eccellente già di fabbrica. Ottimo, anzi, eccellente, il pieno supporto a HDR10+, HEVC e Dolby Vision anche su app di terze parti come Netflix.

Anche il fattore cornici fa la differenza, almeno per me. Sono simmetriche e molto risicate, permettendo di godere in grande stile di questo splendido pannello AMOLED LTPO da 6.36 pollici a 12-bit.

UNO SMARTPHONE CHE COMPREREI..

...ma tutto questo vale se avete un minimo di conoscenza del mondo smartphone e se non cliccate "Accetta" su ogni permesso che vi viene chiesto. Se non rispettate questi requisiti, potreste ritrovarvi il telefono pieno zeppo di notifiche "trash", come capita ai miei genitori con i loro smartphone POCO.

Se invece avete un minimo di "sale in zucca" e la pazienza di leggere cosa state approvando, ecco che uno Xiaomi 15, ai prezzi di oggi, può essere un acquisto eccellente. Ci sono bundle che a meno di 800 euro vi offrono smartwatch e auricolari di buon livello, ci sono sconti diretti e prezzi assurdi se decidete di importarlo. Nel caso di importazione dalla Cina, ovviamente, va messo in conto tutto il discorso della ROM China e delle possibili incompatibilità con le bande di rete europee.

La mia conclusione? Per circa 700 euro, lo comprerei e lo consiglierei senza esitazioni, soprattutto per il suo incredibile equilibrio. Non penso che i prossimi top di gamma possano essere molto più stravolgenti; forse ci sarà un'impennata nelle batterie, ma passare da un giorno e mezzo a due di autonomia non è un cambiamento epocale.

Ora sono curioso: fammi sapere la tua qui sotto nei commenti!

VIDEO