YouTube: tra film pirata e pubblicità, un business da miliardi

https://www.hdblog.it/google/articoli/n624648/guadagni-diritti-autore-youtube/

HDblog.it Jul 08, 2025 · 2 mins read
YouTube: tra film pirata e pubblicità, un business da miliardi
Share this

YouTube, la piattaforma di streaming video per eccellenza, si trova ancora una volta al centro di un dibattito complesso che intreccia pirateria, pubblicità e diritti d'autore. Se da un lato il servizio di Google è un partner fondamentale per l'industria dell'intrattenimento, dall'altro continua a essere un veicolo involontario per la diffusione illecita di contenuti protetti, generando un paradosso dove la violazione del copyright può trasformarsi in una fonte di reddito.

A riaccendere i riflettori sulla questione è stata una recente ricerca della società di analisi pubblicitaria Adalytics. Lo studio, nato per valutare l'efficacia delle campagne advertising dei propri clienti, ha portato alla luce una realtà sorprendente: sulla piattaforma sono presenti migliaia di contenuti "premium" caricati illegalmente. Krzysztof Franaszek, fondatore di Adalytics, ha parlato di oltre 9.000 presunte violazioni di copyright identificate, un catalogo sommerso che spazia da blockbuster cinematografici ancora nelle sale a esclusive di Netflix, passando per popolari serie televisive e persino eventi sportivi in diretta.

Collettivamente, queste clip non autorizzate avrebbero accumulato oltre 250 milioni di visualizzazioni. Un esempio emblematico citato è quello del remake live-action di "Lilo & Stitch" della Disney. Uscito ufficialmente il 23 maggio 2025, il film è stato visualizzato in versione pirata su YouTube da più di 200.000 persone, un dato che si traduce potenzialmente in milioni di euro di mancate entrate per la casa di produzione.

La difesa di YouTube non si è fatta attendere. Un portavoce della società, Jack Malon, ha definito lo studio di Adalytics come un'operazione di marketing fuorviante, sottolineando una presunta incomprensione di fondo del sistema con cui la piattaforma gestisce oggi il copyright. Il cuore della strategia di YouTube è il Content ID, un sofisticato sistema di "impronta digitale" che analizza ogni video caricato per scovare corrispondenze con i contenuti depositati dai detentori dei diritti. Solo nell'ultimo anno, ha dichiarato Malon, il Content ID ha identificato ben 2,2 miliardi di video potenzialmente illegittimi.

Qui emerge la vera complessità del fenomeno. Quando il sistema rileva una corrispondenza, la palla passa ai titolari dei diritti, che si trovano di fronte a un bivio: chiedere la rimozione del video oppure monetizzarlo, incassando i ricavi generati dalle inserzioni pubblicitarie abbinate al contenuto. Sorprendentemente, secondo quanto riferito da YouTube, circa il 90% delle volte i detentori dei diritti sceglie la seconda opzione. Questa scelta trasforma la pirateria da semplice minaccia a inaspettata opportunità di guadagno, un flusso di entrate che, secondo dati recenti, ha portato a versare oltre 12 miliardi di dollari cumulativi ai titolari dei diritti.

Tuttavia, questa dinamica crea malcontento tra gli inserzionisti e la ricerca di Adalytics è partita proprio dalle loro lamentele: diversi clienti avevano scoperto che fino al 60% della loro spesa pubblicitaria era finita su video che, a un certo punto, non erano più disponibili perché rimossi.

Quando un filmato viene cancellato, infatti, spariscono anche tutti i dati relativi alla campagna pubblicitaria, lasciando le aziende all'oscuro su dove siano realmente finiti i loro investimenti e quale tipo di contenuto abbiano involontariamente finanziato. Gli inserzionisti chiedono maggiore trasparenza, preoccupati che i loro marchi possano essere associati a contenuti illegali o inappropriati, un rischio reputazionale non indifferente nell'era digitale.